Una foto ed il Tweet tratti dal profilo Twitter del ministro degli Esteri, Luigi Di Maio, Roma, 2 Luglio 2020. TWITTER

Elezioni: Di Maio, sulle riforme si manterrà la parola

“Il nostro dovere è dimostare di mantenere la parola e non solo con il taglio dei parlamentari ma con una legge elettorale che ci eviti distorsioni e paracudati nei collegi. E poi la riforma dei regolamenti parlamentari: non dico di abolire il vincolo di mandato ma almeno” per introdurre regole che non consentano di “cambiare sempre casacca”. Così Luigi Di Maio durante una diretta Fb.

“Noi sui territori dobbiamo essere in grado di aggregare e non di escludere. In queste ore c’è chi alle comunali ha provato a mettere insieme delle coalizioni e ora sta andando ai ballotaggi”, ha detto ancora Di Maio: “Da stasera sarò nei territori per sostente i comuni che vanno al ballotaggio”. “Non dico che chi non lo ha fatto non è stato coraggioso: ma i cittadini italiani votando hanno dato un segnale premiando chi ha provato ad aggregarsi”.

“Come ha detto molto bene Orlando poniamo dei temi di carattere politico e di contenuto. Non abbiamo mai posto altro. Starà poi al presidente del Consiglio nella sua totale libertà valutare sia il merito dei contenuti che la squadra. Non è il Pd che pone questo tema”. Lo dice il segretario del Pd Nicola Zingaretti in una conferenza stampa al Nazareno, rispondendo a una domanda sul rimpasto.

“Va aperto un grande cantiere, con un patto per le riforme. Sul superamento del bicameralismo paritario, abbiamo pronto un testo di legge che depositeremo a breve alla Camere. Il secondo punto è la legge elettorale e ci auguriamo e facciamo appello alle forze di maggioranza per andare avanti. E’ già incardinata la modifica dei regolamenti parlamentari”.

“Il Pd torna primo partito dove si vota e il pilastro attorno al quale costruire grandi alleanze competitive. Se si sommano le percentuali delle forze che costituiscono l’attuale maggioranza” il totale arriva al “48,7% mentre il centrodestra è al 46,5%. Questo conferma che le forze che sostengono il governo Conte se fossero state unite in tutte le regioni – e non è un conto solo matematico – sarebbero state la maggioranza degli elettori. Ci ha penalizzato la divisione e la moltiplicazione delle candidature”.

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