Elezioni e Juncker: ‘Prepariamoci a Governo non operativo’

Allarme Ue in vista del voto del 4 marzo. ‘C’è un inizio di marzo’,  ha detto Commissione Ue Jean Claude Juncker,  ‘molto importante per l’Ue. C’è il referendum Spd in Germania e le elezioni italiane, e sono più preoccupato per l’esito delle elezioni italiane che per il risultato del referendum dell’Spd’.

Per Juncker dobbiamo prepararci allo scenario peggiore, cioè un Governo non operativo in Italia. Assieme all’incertezza in Spagna, é possibile una forte reazione dei mercati nella seconda metà di marzo, ci prepariamo a questo scenario.

In realtà il  5 marzo l’Italia si potrebbe svegliare senza una maggioranza politica in grado di formare un governo: l’ultimo giorno di sondaggi prima del black out elettorale fotografa una situazione che non assegna a nessuna forza, nè ad alcuna coalizione, l’autosufficienza, che si otterrebbe con il superamento del 40%: necessario per far scattare il premio di maggioranza. Secondo il sondaggio realizzato da Ipsos per il Corriere della Sera, al Centrosinistra andrebbero il 27,9%% dei consensi, al centrodestra il 35,6%, M5S si fermerebbe al 28,6%, e gli indecisi ammonterebbero a ben il 33,8%.

Numeri non molto diversi quelli di Swg, secondo la quale il Centrodestra si attesterebbe tra 34,2 e 36,2%, il Centrosinistra tra 27,6 e 29,6%, M5S tra 27,3 e 29,3.Demos per Repubblica vede un ulteriore calo del Pd e il centrodestra fermo al 35%. Pd e Lega in discesa per Ixe, rispettivamente al 21,5% e al 10,8% mentre sale Forza Italia, al 18% era al 17,3% la scorsa settimana. Quanto alla fiducia nei leader politici, secondo l’ultimo sondaggio Ixe per Huffpost, svetta Gentiloni, con il 35% (in crescita), seguito dalla Bonino (32%, in crescita) e DI Maio (28%, in diminuzione).

Colpiscono poi i dati riguardanti i giovani: ad oggi tra i ‘nuovi elettori’ solo 1 su 2 si dice sicuro di andare alle urne il 4 marzo, indica un sondaggio di Skuola.net e Swg, e la politica viene percepita come estranea alla quotidianità dei giovani; il sondaggio rivela pure la scarsa abitudine dei ragazzi a parlare di politica: il 62% non ha mai parlato delle prossime elezioni né con i compagni di classe né con i professori. Se proprio dovessero scegliere, la forza politica che meglio rappresenta i ragazzi sembrerebbe essere il Movimento 5 Stelle mentre il leader più amato è Matteo Salvini. Ma anche tra gli adulti, come rileva un sondaggio Nomisma, colpisce un distacco evidente tra le attese degli italiani e i programmi politici, con tanti cittadini ancora in dubbio se recarsi alle urne (27%) e che “non si sentono rappresentati da nessun partito politico (20%)”.

Cosa accadrà dunque il 5 marzo se per tutte le forze politiche la maggioranza resta un miraggio? Ad oggi Pd e Forza Italia escludono la possibilità di fare un governo di larghe intese, ma difficilmente un esponente politico in campagna elettorale parlerebbe in modo diverso; del resto anche in Germania Martin Schulz avea ripetuto che non avrebbe mai fatto governi di grande coalizione con la Merkel e poi si è visto come è andata. E poi già ci sono le prime aperture: il ministro dell’Interno, Marco Minniti, si è detto pronto ad un governo di unità nazionale qualora lo volesse e vi partecipasse il suo partito, anche se oggi ha voluto precisare che sarebbe ‘altra cosa rispetto ad un governo di larghe intese’. Più a sinistra, Pietro Grasso non ha nascosto la possibilità di apertura ai pantastellati; Berlusconi viene sospettato da sempre dagli alleati di prepararsi a un nuovo Nazareno.

In ogni caso, il ritorno al sistema proporzionale imboccato con il Rosatellum ha restituito una forte centralità al Quirinale, ora completamente silente. Sarà il capo dello Stato, il 5 marzo, a cercare di assicurare un governo al Paese, e a valutare tutte le possibilità, in base all’esito delle urne, prima di decidere la strada da imboccare. A giocare una parte per far quadrare i numeri in vista della formazione del nuovo governo di larghe intese, qualora Pd e FI non avessero i numeri, potranno essere tanti fattori: i movimenti dei cinque stelle, i leghisti seguaci di Roberto Maroni, che si è sfilato dalla candidatura alla presidenza della Regione Lombardia ma non è scomparso dalla vita politica. La Bonino, a chi in queste ore le ha chiesto se sia possibile andare al governo con Berlusconi, ha ricordato che ‘è già stato fatto con l’Esecutivo di Enrico Letta. Intanto, azzurri e lumbard si tengono lontani dalla manifestazione anti-inciucio di Giorgia Meloni.

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