«Di risultato straordinario che rafforza il governo», afferma Antonio Tajani, vicepremier e coordinatore nazionale di Forza Italia. Dichiarazioni improntate a grande soddisfazione arrivano anche dai centristi. Sugli scudi ancora Ancona. «Una vittoria storica in una città simbolo della sinistra che conferma ancora una volta la forza della coalizione di governo», puntualizza Maurizio Lupi.
Fratelli d’Italia mette l’accento sulla «sonora sconfitta» del Pd. «Aveva ragione Elly Schlein quando diceva che nessuna l’ha vista arrivare, in particolare gli elettori», ironizza Lucio Malan. Per il capogruppo di FdI al Senato, l’«effetto Schlein piace tanto al mainstream ma meno agli elettori che appena hanno la possibilità di votare preferiscono l’effetto Meloni. L’unico davvero vincente». Analogo concetto esprime il suo omologo alla Camera Tommaso Foti. «FdI e il centrodestra – sottolinea – si confermano credibili e affidabili, alla faccia dell’effetto Schlein che a quanto pare sta condannando il Pd a un precoce quanto inevitabile dissolvimento».
Vince la destra. E vincono i “civici“. I cosiddetti “eretici” di destra, come il presidente della Ternana Stefano Bandecchi che sfratta con il 54% dei voti Orlando Masselli, ex assessore, candidato della presidente Donatella Tesei (Lega). E come Catene De Luca, nuovo look con occhiali, che s’impone a valanga a Taormina con il suo “partito” “Sud chiama nord”. E i “civici” di sinistra come Giacomo Possamai, candidato di area Pd che però ha rivendicato fino alla fine il proprio “civismo” chiedendo alla segretaria Elly Schlein di “non fare comizi a Vicenza”.
E’ un voto si è concluso con la nomina di circa 600 sindaci e quasi sei milioni di italiani al voto tra il primo e il secondo turno. L’attenzione era tutta su sei capoluoghi di provincia (Vicenza, Pisa, Massa, Siena, Terni, Brindisi) e uno di regione, Ancona. Erano 14 all’inizio di questa tornata elettorale, otto a guida centrodestra e sei centrosinistra. Finisce dieci a quattro se mettiamo Bandecchi a destra e Possamai nel centro-sinistra. Finisce soprattutto la luna di miele di Elly Schlein che ieri ha perso tutto quello che poteva perdere nonostante i ballottaggi avessero acceso speranza e ottimismo soprattutto ad Ancona, Pisa, Massa e Siena. Continua invece la luna di miele di Giorgia Meloni anche se sulla pelle di Matteo Salvini che cede in pochi mesi i governi di tre città chiave del nord est: Verona, Udine e Vicenza.
Il Nazareno non può trovare scusanti nel fatto che la nuova segreteria si è “appena” insediata. Se “l’effetto Schlein” vale nei primi due mesi in cui si esibiscono sondaggi e gradimenti a maggior ragione deve valere nel primo appuntamento con i numeri. La segreteria politica convocata al Nazareno finisce con una scrollata di spalle: “Sconfitta netta. Ma non si ricostruisce e non si cambia in due mesi. La colpa non è solo del Pd”, si limita a dire Elly Schlein.