Duro colpo per la governatrice di Hong Kong Carrie Lam e il governo centrale di Pechino. I candidati anti-governativi in corsa alle elezioni distrettuali di Hong Kong hanno conquistato quasi il 90% dei seggi, 396 sui 452 in palio, vincendo in tutti i 18 distretti della città. Il fronte pro-establishment ha perso più di 240 seggi rispetto alla tornata elettorale del 2015.
Il governo di Hong Kong ascolterà “certamente con umiltà le opinioni dei cittadini e rifletterà su di loro con serietà”, è il commento a caldo della governatrice Carrie Lam dopo la pesantissima sconfitta del fronte pro-establishment alle elezioni distrettuali di domenica. Il governo, ha assicura la Lam, “rispetterà il risultato del voto”. Diverso il tono utilizzato dal governo cinese. “Hong Kong è parte integrante della Cina, a prescindere dal risultato elettorale”, ha detto il ministro degli Esteri cinese Wang Yi. “Qualsiasi tentativo di danneggiare il livello di prosperità e stabilità della città, non avrà successo”.
Tokio, invece, sottolinea “l’importanza di una Hong Kong libera ed aperta che prosperi nel quadro del ‘principio un paese due sistemi”. Per il premier nipponico Shinzo Abe, “Hong Kong è un partner estremamente importante con cui abbiamo relazioni economiche strette e scambi personali”. Parole analoghe arrivano da Taipei. “Chiediamo a Pechino ed al governo di Hong Kong di accettare la volontà popolare e mettere in pratica le importanti promesse fatte su libertà e democrazia a Hong Kong”, si legge in una dichiarazione del portavoce dell’ufficio presidenziale di Taiwan, Ting Yun-kung.