Grasso lascia la toga e sceglie la politica, Bersani: “Con lui riscossa civica”

Sorridente, e fiero per la ventata di innovazione che la candidatura di Grasso porterà al suo partito, Bersani apre la conferenza stampa che si tiene nella sede del Pd. “Esprimo grande soddisfazione a nome mio e del Partito democratico, per avere con noi Pietro Grasso”, esordisce il candidato premier del Pd. “Il Procuratore antimafia,  continua Bersani, sarà capolista in una circoscrizione del nostro paese, ancora non sappiamo in quale”.

Poi, precisa: “Facciamo chiarezza su quanto scritto dalla stampa – ha detto – l’accelerazione c’è stata il 17 dicembre al brindisi di fine anno col capo dello stato, quando gli ho detto che volevamo mettere davanti la moralità e il lavoro,  la questione della legalità è una priorità assoluta per il nostro paese e gli chiesi se era possibile darci una mano in questa riscossa. Allora mi disse vediamoci, ci siamo visti nei giorni successivi al nazareno e gli ho fatto una proposta”. “Il senso per noi di questa candidatura è che un grande partito come il nostro deve essere un’infrastruttura per la riscossa civica del paese, deve suscitare energie per risolvere problemi cruciali, quindi per noi questa disponibilità di Grasso – ha spiegato Bersani – è una risposta positiva. Le esperienze, le competenze, le professionalità ma anche lo spirito civico, prestare la propria esperienza, vedrete che anche questa prima scelta avrà un seguito, continueremo a lavorare per ospitare nelle nostre liste protagonisti di questa riscossa civica”. “Moralità e lavoro sono per noi due parole bandiera, perciò la nostra campagna comincerà con un segno forte su questa esigenza, Grasso è in grado di raffigurarla come pochi altri, ancora non si è deciso dove sarà capolista- ha spiegato Bersani – perché abbiamo in corso le primarie che sono l’unico caso, non solo in Italia ma nella storia della politica, vorrei che gli si prestasse più attenzione”. E sulla possibilità di candidate ministri, Bersani ha le idee chiare: “Per loro nostre liste sono chiuse”. “Un anno fa – aggiunge il candidato premier del Partito Democratico-  facemmo un governo di transizione e super partes. Non vorrei quindi ora che questo governo fosse sbranato un po’da una parte un po’ dall’ altra. Serve coerenza e io proporrò alla Direzione che non ci siano ministri candidati nelle liste del Pd”. Bersani  smentisce così le indiscrezioni sulle probabili  candidature di Profumo e Balduzzi.

Commosso invece Piero Grasso, che spiega così i motivi della sua candidatura: “E’ stata una decisione radicale e sofferta – ha detto – mi tremava la mano quando ho firmato la lettera di dimissioni perché questa è una scelta di vita”. “Devo ringraziare tutti i colleghi – ha aggiunto – le forze di polizia che facendo squadra intorno a me mi hanno fatto realizzare tanti successi, mi auguro che le persone ,migliori di tutti gli schieramenti possano condividere la salvezza del paese”.

”Sono d’ accordo, precisa ancora Grasso,  che ci vorrebbe un periodo di decantazione tra l’uscita dalla magistratura e una candidatura politica. Va detto però che considero definitivamente chiusa la mia esperienza in magistratura e quindi non tornerò un domani a fare il magistrato. Il mio compito è  finito. Quando il Csm avrà deliberato l’accettazione delle mie dimissioni, io avrò già appeso la toga al chiodo”.  “Io sono stato magistrato di una procura nazionale e di conseguenza -ha continuato nel corso della conferenza stampa del Pd- non corro il rischio di essere candidato in una circoscrizione dove ho esercitato la mia funzione di magistrato. Per una questione di coerenza, di concretezza e di stile ho anche chiesto, nei limiti del possibile, di non venire candidato in Sicilia e qualcuno sa quanto mi costi non fare qualcosa per la mia terra”. “C’è una norma che prevede che i magistrati restino per sei mesi in aspettativa prima di potersi presentare alle elezioni, nello stesso collegio dove hanno esercitato la loro funzione. Naturalmente -ha concluso Grasso- questa legge non si può  applicare nel caso di ricorso alle elezioni anticipate”.

Ad annunciare la sua candidatura tra le fila del Pd era stato ieri lo stesso procuratore nazionale antimafia.   Decisione che Grasso  ha  immediatamente comunicato Consiglio Superiore della Magistratura,  avanzando la richiesta di aspettativa per motivi elettorali.

 

Codacons ricorre contro candidatura magistrati.  Magistrati candidati? Il Codacons dice no. L’associazione dei consumatori ha infatti notificato il primo ricorso al Tar del Lazio contro l’ingresso dei magistrati in politica. Per questo motivo ha infatti chiesto ai giudici di sospendere il provvedimento con il quale il Csm ha deliberato il collocamento in aspettativa per motivi elettorali dell’ex pm della Procura di Palermo, Antonio Ingroia. E “analogo ricorso – annuncia il Codacons –è  in fase di preparazione per i magistrati Piero Grasso, Stefano Dambruoso e Stefano Amore, i quali hanno annunciato in questi giorni la discesa in campo alle prossime elezioni, e per gli altri che dovessero farlo a breve come Simonetta Matone”. L’associazione dei consumatori sottolinea inoltre “un principio essenziale”: “i magistrati non possono passare dal mondo della giustizia a quello politico per poi tornare a fare i magistrati, perché le informazioni da essi acquisite nel corso dell’attività di pm potrebbero essere utilizzate a fini politici, mentre l’imparzialità del loro operato non sarebbe più garantita in caso di rientro in magistratura”. Nel ricorso del Codacons, poi, sono richiamati “alcuni principi che evidenziano come il passaggio dei magistrati dalla giustizia alla politica e viceversa, rappresenti una gravissima violazione della Costituzione italiana e pertanto non sia in alcun modo ammissibile”. Il Codacons oltre al ricorso al Tar, ha anche diffidato il Csm a non adottare alcun analogo provvedimento nei confronti di Grasso, Dambruoso e Amore, “i quali, una volta entrati in politica, non dovranno più far ritorno alla giustizia”.

 

 

 Salatto: “Candidatura Grasso non è credibile”. Grasso ‘scende’ in politica. E se l’annuncio ufficiale non è stato ancora dato, già piovono i primi commenti dei politici e dei primi schieramenti.  Si dubita in particolare della credibilità del futuro candidato. Perplesso soprattutto il presidente nazionale di Fli, Potito Salatto: “Vedere magistrati come Grasso e Ingroia candidati in politica e impegnati sui grandi temi della legalità non dà una buona immagine di ciò che hanno fatto nell’esercizio della loro delicata professione. Quanti cittadini giustamente si chiedono se le loro sentenze, vista la collocazione politica degli autori, sono state dettate da sostanziale obiettività e non da posizioni culturali precostituite?”.  Potito continua: “A salvaguardia  della credibilità di un siffatto delicato e importante potere dello Stato ritengo che il prossimo Governo dovrà porsi questo primario problema nell’ambito della tanto auspicata riforma della giustizia in Italia, viste anche le continue sanzioni comminate in materia al nostro Paese dall’Ue”. “La tanto conclamata terzietà della magistratura – conclude – è un ‘diritto’ del cittadino e un ‘dovere’ del magistrato in un Paese che si ritiene la culla del diritto. Così non mi sembra che sia”. E mentre il presidente nazionale corre alle ‘armi’, D’Ambrosio gli augura una maggiore fortuna:  “C’è un grande bisogno di magistrati che si dedichino al processo di formazione delle leggi, in realtà bastano alcuni magistrati per fare questo. Non ne servono molti perché poi i magistrati devono rimanere magistrati”.

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