Il fronte secessionista catalano è uscito vittorioso solo in parte dalle elezioni celebrate ieri per il parlamento nella regione autonoma spagnola, dove ha conquistato il 72 per cento dei 135 seggi in palio ma non è riuscito ad ottenere la maggioranza dei voti. La mancata conquista della maggioranza dei voti in un’elezione che ha visto una partecipazione altissima dei 5,5 milioni di aventi diritto (77 per cento) non ha impedito al leader catalano Artur Mas di celebrare il risultato come un trionfo del secessionismo: ‘Abbiamo vinto’, ha dichiarato, per aggiungere: ‘Questo ci dà una grande forza ed una grande legittimità per portare avanti questo progetto’. Ma sul fronte opposto, i socialisti hanno sottolineato che la mancanza di una maggioranza dei voti rappresenta una sconfitta per i secessionisti: ‘I separatisti hanno perso il loro plebiscito’, ha dichiarato il leader di opposizione Pedro Sanchez, ma l’incubo di una secessione della Catalogna si è fatto più minaccioso per Madrid. Artur Mas in trionfo davanti a migliaia di sostenitori in tripudio a Barcellona che gridavano ‘Indipendenza!’. Le due liste indipendentiste, Junts Pel Sì di Mas (62 seggi) e quella della Cup (10), hanno insieme una maggioranza assoluta di 72 seggi su 135 nel nuovo parlamento catalano. I secessionisti rimangono però sotto il 50% dei voti, con il 47,8%, dato ampiamente sottolineato dai media madrileni. Mas, che ha trasformato queste regionali anticipate in un plebiscito sull’indipendenza in un muro contro muro con Madrid, intende ora avviare la ‘disconnessione’ della Catalogna dalla Spagna con l’obiettivo di arrivare alla secessione entro il 2017. I 5,5 milioni di elettori catalani si sono mobilitati in massa, trascinati dalla consapevolezza dell’importanza storica della consultazione, la più importante per la Spagna dalla fine del franchismo. ‘Dedicato allo stato spagnolo: senza rancore, adios!’, ha twittato il leader dei secessionisti radicali della Cup Antonio Banos. Per il premier popolare spagnolo Mariano Rajoy, protagonista di una strategia di scontro totale con Mas, il risultato delle elezioni catalane è una catastrofe. Il Pp ottiene solo 11 seggi (-8) con l’8,45% dei voti, superato dai socialisti del Psc (12,8% e 16 seggi) e la lista di Podemos (8.9% e 11). Anche per il partito dei post-indignados di Pablo Iglesias è una netta sconfitta. Il partito moderato anti-sistema e anti-secessione Ciudadanos di Albert Rivera, che aspira a superare il Pp di Rajoy alle politiche spagnole di dicembre, e in futuro potenzialmente a sostituirlo, registra invece uno spettacolare successo e arriva secondo con 25 seggi e il 18% dei voti. Nei prossimi giorni scatterà un difficile negoziato fra le due liste secessioniste per la formazione di un governo per l’indipendenza, che dovrebbe portare, secondo i piani di Mas, ad elezioni costituenti e alla secessione in 18 mesi. I radicali della Cup hanno detto finora di non volere rinnovare il mandato del presidente centrista uscente e di preferire un altro esponente di Junts Pel Sì, come il capolista Raul Romeva. La strada sarà tutta in salita per il presidente catalano, impegnato in un braccio di ferro politico e istituzionale con Madrid, che minaccia addirittura di destituirlo. La vittoria del campo della secessione ha suscitato l’entusiasmo dei sostenitori delle ‘piccole patrie’ nell’Ue. Il segretario della Lega Matteo Salvini ha scritto su Facebook ‘Forza Catalunya! Alla faccia di Bruxelles e degli Stati centralisti, che vogliono cancellare popoli, lingue, culture, identità e lavoro, c’è chi resiste e partecipa, nel nome della Libertà. Grazie!’. Soddisfatto anche l’ex ministro delle finanze greco Yannis Varufakis: ‘Siamo tutti vittime di una crisi non necessaria. Tutte queste scosse telluriche, come questa in Spagna, devono rafforzare l’Europa’.
Cocis