“La partita italiana dei prossimi anni non si gioca tanto nel cortile di casa ma, in primo luogo, nelle sedi istituzionali europee. Ed è una partita che Mario Monti ha visibilmente dimostrato di saper giocare meglio di altri”. Lo ha detto il leader di Italia Futura, Luca Cordero di Montezemolo, durante la convention in cui ha lanciato la Terza Repubblica e il Monti bis.
“Monti – ha spiegato – può fare questo lavoro di ricostruzione, in Italia e in Europa, meglio di chiunque altro. Ammetterlo non è un segno di debolezza ma un’assunzione di responsabilità”.
“Non chiediamo al presidente del Consiglio di prendere oggi la leadership di questo movimento politico. Ciò pregiudicherebbe il suo lavoro, e davvero non ce lo possiamo permettere. Quello che ci proponiamo di fare è dare fondamento democratico ed elettorale iniziato dal suo governo perché possa proseguire, rafforzato, nella prossima legislatura”.
Parlando del suo progetto, Montezemolo ha detto che “siamo qui perché vogliamo che inizi finalmente un capitolo nuovo della nostra vita civile e democratica, che metta al centro questa Italia, l’Italia che rema. Dobbiamo oggi, da qui, aprire la strada verso la terza repubblica. Siamo qui perché vogliamo che il paese reale, i cittadini e le migliaia di eccellenze che costituiscono il nerbo della nostra nazione, abbandonino le tribune e riportino l’Italia a giocare in attacco e a vincere”. Tuttavia ha tenuto a sottolinare che “non esiste alcuna alternativa ad un vasto schieramento civico, economico, associativo e politico per la ricostruzione nazionale”. Bisogna lavorare tutti insieme “alla ricostruzione economica, civile, etica” del Paese in modo da sfuggire al rischio di due alternative nefaste. Da un lato, ha indicato, “la politica con le sue vecchie e fallimentari proposte, e di là, ancora peggio, chi pensa di dover distruggere tutto”. In quest’ottica, l’obiettivo è quello di “riportare al voto e all’impegno politico milioni di italiani, ricostruendo il patrimonio di speranza e fiducia della nazione. Noi crediamo che non esista alcuna seria alternativa alla creazione di un ampio fronte di forze civiche, economiche, associative e politiche per la ricostruzione della nazione”. In conclusione un appello forte: “le elezioni del 2013 saranno l’appuntamento più importante per questo paese come quelle del ‘48. Nessuno potrà chiamarsi fuori. Voltare pagina si può. Nessuna maledizione ci condanna se non saremo noi stessi a volerlo.
Mettiamoci al lavoro, mettiamoci insieme, lavoriamo e crediamo nel futuro”.
(Asca)