Il segretario del Partito Democratico Enrico Letta durante la presentazione del libro "Strana vita, la mia" di Romano Prodi e Marco Ascione presso la libreria La Feltrinelli, Roma, 21 settembre 2021. ANSA/ANGELO CARCONI

Elezioni politiche 25 Settembre: perché Letta ha sbagliato a chiudere ai grillini di Conte

Riceviamo, e volentieri pubblichiamo, l’articolo di Angelo Forgia

I voti sono quelli che sono e gli elettori sono quelli che sono. Possono aumentare o diminuire gli elettori aventi diritto al voto che si recano alle urne. Negli ultimi anni, in Italia, la percentuale di gente che si reca a votare è diminuita. Oggi, in media, votano – quando votano – 45 persone su 100. Le percentuali che i partiti vantano non tengono conto di questo dato. Un modo per esorcizzare la crisi della democrazia. I sondaggi, negli ultimi anni, non ne hanno azzeccata una. Eppure si continua a dargli credito. Più che sondaggi, in realtà, sono tentativi piuttosto goffi di orientare il voto. Fratelli d’Italia sarebbe quasi al 24%. Mentre il PD al 22,5%. Il Partito Democratico ha preso il 18% circa dei voti cinque anni fa, alle elezioni politiche del 2018; l’anno dopo, alle europee, ha preso meno voti rispetto alle politiche. Ora avrebbe guadagnato il 4,5% dei voti. Perché? Perché ha governato con Mario Draghi affossando l’Italia? Il Movimento 5 Stelle versione Giuseppe Conte viene dato sotto il 10%. Ci sono osservatori che, però, sostengono che i grillini, con Alessandro Di Battista in lista, potrebbe arrivare al 16-18%. Considerato che Di Battista è sempre stato coerente c’è da crederci.

Perché stiamo descrivendo questi ‘numeri’ elettorali? Per sottolineare che quello che dicono i politici è falso. Come può dire il segretario del PD, Enrico Letta, che ha chiuso per sempre con i grillini? Il PD, anche per quello che rappresenta, manterrà il 20% se Unione Popolare non riuscirà a raccogliere le firme e non parteciperà al voto. Unione Popolare è un nuovo soggetto politico che vede insieme Potere al Popolo, Rifondazione Comunista, ManifestA (un gruppo di parlamentari grillini che hanno lasciato il Movimento 5 Stelle), l’ex Sindaco di Napoli, Luigi De Magistris (che alle ultime in Calabria, da solo, ha preso il 15%) più altri gruppi di sinistra sparsi nel territorio italiano. Se Unione Popolare riuscirà a raccogliere le firme per presentare le liste non dovrebbe avere problemi a superare lo sbarramento. In favore di questo schieramento politico di sinistra non c’è solo l’esempio del 15% di De Magistris in Calabria: basti pensare che alle elezioni comunali di Palermo la lista di Potere al Popolo, da sola, ha preso il 4%. Il tempo in cui alla sinistra del PD c’erano soggetti che si fingevano di ‘sinistra’ e che poi, una volta gabbato il voto agli elettori, rientravano nel PD, è finito. Ormai, in Italia, grazie alle politiche liberiste del PD è nata una sinistra sociale che prima o poi entrerà in Parlamento con il 7-8%: se succederà il 25 Settembre, quando si voterà per le elezioni politiche, per il 90% saranno voti in meno per il PD. Perché i voti sono quelli che sono.

Ma noi, nella nostra analisi, vogliamo dare per riuscito il tentativo di bloccare le liste di Unione Popolare (raccogliere le firme per presentare le liste ad Agosto quando sono quasi tutti in vacanza non è facile). Sì, ammettiamo che Unione Popolare non arrivi a raccogliere le firme. Diamo il PD al 22% e Azione di Carlo Calenda, + Europa e renziani all’8%. Alla fine arrivano al 30%. Senza il Movimento 5 Stelle dove debbono andare? Già il 30% a PD, Azione di Carlo Calenda, + Europa e renziani è tanto. Senza il 10-15% dei grillini il centrosinistra ha perso in partenza le elezioni, anche avallando sondaggi molto generosi. Sul Movimento 5 Stelle va aggiunto che l’eventuale ritorno di Di Battista esclude l’alleanza dei grillini con il PD. Di Battista, infatti, è assolutamente contrario al liberismo economico, mentre il PD, in Italia, è il partito che rappresenta gli interessi dell’Unione europea liberista. Non sappiamo quanti voti prenderà Fratelli d’Italia di Giorgia Meloni, così come non sappiamo quanti voti prenderanno la Lega di Salvini e Forza Italia. Più che le percentuali bisognerà vedere cosa succederà nei collegi. Alla fine, con l’attuale legge elettorale, le elezioni politiche le vincerà chi prenderà più seggi. Se, come dice il segretario del PD Enrico Letta, non ci sarà alcun accordo con il Movimento 5 Stelle nei collegi (leggere desistenza), il centrodestra non dovrebbe avere difficoltà a vincere le elezioni. Forse il segretario del PD, prima di esternare considerazioni ultimative, dovrebbe riflettere sulle conseguenze che le sue parole possono provocare.

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