Elezioni regionali nel Lazio: il 5 febbraio comizio di Meloni, Salvini e Berlusconi insieme per Rocca

Una settimana fa, presentando la lista di Fratelli d’Italia in Lombardia, Daniela Santanché esortò i candidati a non cullarsi sui sondaggi e a impegnarsi in campagna elettorale. Lo stesso vale per il Lazio, l’altra regione chiamata al voto il 12 e 13 febbraio prossimi. Soffermandosi sui sondaggi il candidato del centrodestra Francesco Rocca è in vantaggio,  dietro di lui Alessio D’Amato, più staccata risulta Donatella Bianchi, espressione del M5S. Il candidato della coalizione di centrodestra  può ancora crescere. Egli infatti sconta la minore notorietà rispetto a D’Amato, che è assessore uscente alla Sanità.

Questo lascia intendere che le quotazioni di Rocca sono destinate a crescere man mano che si consolida la sua notorietà presso gli elettori.

Domenica 5 febbraio Giorgia Meloni, Matteo Salvini e Silvio Berlusconi si ritroveranno a sostegno del candidato del centrodestra alla Regione Lazio. L’appuntamento è alle 10.30, all’Auditorium della Conciliazione, dove interverranno anche i leader centristi Maurizio Lupi e Lorenzo Cesa. I leader sono attesi in presenza, e per il solo Cav si parla di un eventuale collegamento da remoto.

Dunque, prova di unità per il centrodestra, che i sondaggi danno con un vantaggio siderale rispetto ai principali sfidanti: Alessio D’Amato per il centrosinistra e Donatella Bianchi per il M5S. Secondo l’ultima rilevazione Quorum per SkyTg24, Rocca è al 40,8% dei consensi; D’Amato al 32,4%; Bianchi al 20,8%. Insomma, per gli altri candidati il gap appare davvero irrecuperabile, anche tenendo conto di una percentuale di indecisi che supera il 40%. Quello divulgato da Sky, per altro, non è neanche il più lusinghiero dei sondaggi per il candidato del centrodestra che, a seconda delle rilevazioni, veleggia, appunto, tra il 40,8% registrato oggi da Quorum e il 46% rilevato quattro giorni fa da Noto Sondaggi per Porta a Porta, passando per il 41,2% accreditato da Ipsos sul Corriere della sera, sempre quattro giorni fa.

E sulle regionali ha rilasciato uno spot sui propri social Silvio Berlusconi. Nel breve video il Cav chiarisce che «il nostro orizzonte sono i 5 anni di governo che abbiamo davanti» e ricorda che votando per il centrodestra in Lombardia e nel Lazio «gli italiani hanno la possibilità di rafforzare una filiera, una collaborazione tra l’esecutivo e le amministrazioni regionali». «Quella stessa filiera che negli anni dei miei governi ha consentito la realizzazione di molte opere», sottolineato ancora Berlusconi nella clip.

“Sento il peso della responsabilità di governare una regione così complessa, non il peso di una responsabilità politica rispetto alle elezioni politiche di settembre”. Francesco Rocca, affila le armi a pochi giorni dal voto per le Regionali del Lazio, ospite di Agorà su Rai 3. “Le elezioni regionali sono sì un test politico, ma sono anche una ricerca da parte dei cittadini di persone che sappiano prendersi cura del loro quotidiano, sono attinenti alla politica del fare”, ha aggiunto. “C’è sicuramente un vento di cambiamento doppio, che riguarda la politica nazionale e tira fortissimo per quanto riguarda la politica regionale, lo percepisco”.

“Tutti i giorni – ha aggiunto – dobbiamo conquistarci la fiducia dei cittadini spiegando esattamente quello che abbiamo intenzione di fare per cambiare il volto della Regione. In 10 anni di amministrazione, ricordo, non sono stati capaci di dare una rotta a questa Regione, che sulla sanità è al collasso ma anche sulle infrastrutture”. La Orte-Civitavecchia “non serve per mandare i viterbesi al mare, serve per potenziare il porto di Civitavecchia che ha il potenziale per diventare il più importante del Mediterraneo con delle ricadute economiche fondamentali”.

A capo della Croce rossa per quasi 10 anni, avvocato, nella seconda metà degli anni 90, Francesco Rocca, ha esercitato la sua professione in prima linea nella lotta contro la mafia e per questo motivo ha vissuto cinque anni sotto scorta. Presa la decisione di candidarsi alla guida della Regione Lazio ha scelto proprio il sito dell’associazione per annunciare le sue dimissioni e raccontare le ragioni della sua scelta: “Come esperto di sanità pubblica, penso di poter portare un valore aggiunto- queste le sue parole- ho accettato una nuova sfida in cui credo fortemente”.

Romano, 58 anni, laureato in legge, ha esercitato la professione forense dal 1990 al 2003 per poi dedicarsi alla sanità pubblica e al volontariato. Con la Caritas, occupandosi prevalentemente di assistenza ai migranti e disagio giovanile, e poi con il Jesuit Refugees Service e l’ospedale Cottolengo di Torino.

Lunga esperienza nella sanità pubblica, tanto da farlo entrare nella rosa dei papabili ministri della Salute durante la formazione del governo Meloni. Un curriculum articolato: Commissario dell’Ospedale Sant’Andrea di Roma dal 2002, ne è stato poi il direttore fino al 2007. Tra il 2005 e il  2009 è stato membro del nucleo di valutazione dell’Istituto Fondazione Pascale di Napoli, mentre dal 2007 al 2010 è diventato membro del consiglio d’indirizzo dello Spallanzani. Nel 2011 è stato commissario straordinario della Asl Napoli 2 e nel 2017 è stato Direttore generale dell’Idi.

Eletto per la prima volta presidente nazionale della Croce Rossa Italiana nel gennaio 2013, in quello stesso anno è stato eletto vice presidente della Federazione Internazionale delle Società di Croce Rossa e Mezzaluna Rossa. Primo italiano a ricoprire l’incarico al quale- dopo 10 anni-  decide di rinunciare proprio per la corsa a governatore del Lazio.

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