E’ iniziato in Sicilia lo spoglio delle schede per l’elezione del presidente della Regione e dei 70 deputati regionali. Si è votato nell’Isola ieri dalle 8 alle 22. In totale, secondo il dato definitivo, si sono recati alle urne 2.179.474 elettori su 4.661.111, il 46,76% degli aventi diritto, mentre cinque anni fa avevano votato 2.203.165 persone. Solo in tre province su nove la percentuale è più alta rispetto al 2012: a Messina ha votato il 51,69% (51,24%), a Catania il 51,58% (51,09%) e a Palermo il 46,4 (46,28%).
Secondo gli exit poll, il candidato del centro destra Nello Musumeci è avanti, ma a un’incollatura c’è Giancarlo Cancelleri del M5s. Il Pd crolla. Secondo il secondo exit poll de La7 (che conferma il primo): Musumeci allunga con una forbice tra 36,5-40,5, Cancelleri al 33,5-37,5, Micari al 16-20%, Fava 6-9%.
A vincere è però il ‘partito del non voto’ visto che solo il 46,76% ha votato per l’elezione del presidente della Regione e dell’Assemblea, mentre il 53,23% ha disertato le urne. Rispetto al 2012 quando aveva votato il 47,41%, il dato dell’affluenza è in calo dello 0,65%.
Exit poll Piepoli per la Rai sulle elezioni del presidente della Regione Sicilia (Copertura 80%): – Giancarlo Cancelleri 33-37% – Claudio Fava 7-11% – Fabrizio Micari 16-20% – Nello Musumeci 35-39%. Primo Exit poll partiti (sempre Piepoli per la Rai): Giancarlo Cancelleri M5S 27 – 31% Claudio Fava Presidente Cento passi per la Sicilia 7 – 11% Fabrizio Micari Pdr Sicilia Futura 5 – 8% Micari Presidente 5 – 8% Alternativa Popolare Centristi per Micari 2 – 5% Partito Democratico 8 – 12% Nello Musumeci Diventirà bellissima – Per la Sicilia 3 – 6% Nello Musumeci Presidente 6 – 9% Rete Democratica – Unione di Centro 5 – 8% Popolari e Autonomisti – Idea Sicilia 2 – 5% Forza Italia 11 – 15% Roberto La Rosa Siciliani Liberi 0 – 2%.
Certo è che il voto è stato sfiduciato dall’80% dei siciliani. Ora scioglimento del Parlamento ed elezioni subito, dice il leader della Lega Matteo Salvini commentando gli exit poll in Sicilia.
Se i risultati confermeranno gli exit poll di stasera ci troveremmo davanti a una sconfitta tanto annunciata da tempo quanto netta e indiscutibile, dice il coordinatore del Pd, Lorenzo Guerini.
L’andamento degli exit poll, dice il responsabile Enti Locali del Pd Matteo Ricci, conferma una sconfitta tanto netta quanto annunciata. Ne prendiamo atto e ringraziamo il professor Micari per l’impegno e la dedizione avuta, al pari di tutte le democratiche e i democratici che ci hanno sostenuto in questo difficile confronto. Ora dobbiamo ripartire da loro e dai tanti siciliani che ci hanno votato.
Micari ha avuto il coraggio che non ha avuto Grasso, commenta Davide Faraone, di fare il candidato del centrosinistra in una logica larga, proposta da Si e Mdp salvo poi tirarsi indietro. La nostra idea era di riproporre il modello Palermo poi la sinistra si è tirata fuori: prima Grasso, di cui abbiamo atteso per due mesi il suo sì e poi le altre forze politiche della sinistra per fare danno a Renzi facendo in modo che la partita la giocassimo noi da soli.
Immediata la risposta degli ex Sel ed ex Pd. ‘Le parole di Faraone confermano l’arroganza dei renziani’, osserva il senatore Mdp Miguel Gotor laddove Arturo Scotto incalza: il Pd rifletta sul fatto che non compete neanche lontanamente con Grillo e Berlusconi.
Soddisfatto il Movimento cinque stelle che spera che il testa a testa Musumeci-Cancelleri possa risolversi in una vittoria di quest’ultimo.
Siciliani chiamati a eleggere il presidente della Regione e i componenti dell’Assemblea regionale siciliana che da quest’anno e per effetto dell’applicazione della legge taglia-deputati del 2011 e della successiva legge costituzionale 2 del 2013 passano da 90 a 70 parlamentari.
Si tratta dell’ultima tornata elettorale prima delle Politiche, l’ultimo test a disposizione di partiti e coalizioni per misurarsi su una legge non troppo lontana dal Rosatellum. In Sicilia la politica italiana si gioca molto e, da domani, i risultati del voto delle Regionali saranno strumento privilegiato per chi, nel Pd, nel centrodestra e anche nel M5S, aspiri a cambiare gli equilibri interni.