Elisabetta Gregoraci torna al timone di Made in sud, su Rai due ogni lunedì con i suoi sketch veloci, tanti personaggi e giochi di parole, molto entusiasta di questa avventura televisiva perché le consente di mostrare al pubblico il suo lato ironico e divertente. Da tempo impegnata in alcuni progetti benefici in Africa, Elisabetta ha anche realizzato per i malati di Sla un calendario 2014 promosso da “Freedom of Moving”, che raccoglie fondi per l’acquisto di mezzi che aiutino gli spostamenti dei malati. Questo mi da l’occasione di parlare del calendario di “Made in Sud”, realizzato completamente in bianco e nero da Diego Santangelo su consiglio della figlia Sally. Diego è un professionista della fotografia con innata e riconosciuta capacità, molto conosciuto anche per realizzare, tra l’altro, i calendari del Calcio Napoli. Parliamo quindi del bianco e del nero anche se in realtà vengono poi utilizzate tutte le gradazioni di grigio intermedie. Ho già parlato dell’uso artistico del bianco e del nero intervistando Sasà Neri, regista ed autore, che con gli “Esoscheletri” propone esclusivamente attori che recitano ed interagiscono con il pubblico usando esclusivamente il bianco ed il nero. Usare avvedutamente il bianco ed il nero è utilizzare una nicchia per le sue capacità espressive, puntando ad un risultato prevalentemente artistico. Una bella foto in bianco e nero spicca, differenziandosi quasi fosse una astrazione, e quindi interpretabile. L’ autore per minore potenzialità tecnica deve obbligatoriamente puntare sul contenuto e sulla semplificazione. La fotografia in bianco e nero è quindi una scultura, una forma d’arte che plasma nuove forme, con maggiore attenzione al contenuto attraverso la direzione della luce. Il fotografo deve immergersi nella propria creatività ed individuare esattamente ciò che vuole esprimere. Per restare nel “made in sud” altre professionalità partenopee si sono unite alle performance, realizzando gli abiti indossati dalle protagoniste, come la stilista Anna Palladino che ha disegnato gli abiti, tagliati poi con ultra perizia da Angela Solla e confezionati e cuciti dalla sua sartoria.
Roberto Cristiano