Elly Schlein promette di iscriversi al Pd per un nuovo Pd….

Elly Schlein scende in lista promettendo un ‘nuovo Pd’ senza essere mai stata iscritta al ‘vecchio’ ma avendo, idealmente, il vantaggio di essere la prima donna leader ad avere il vantaggio, per questo, di raccontare all’estero il suo partito. Sul fronte internazionale ha attirato l’attenzione di Claudio Martelli che sulla Gazzetta del Mezzogiorno, le ha contestato di avere disertato nei giorni scorsi le votazioni alla Camera sulla prosecuzione degli aiuti militari all’Ucraina, compresa quella sul documento a favore presentato dal gruppo di appartenenza.

Il processo costituente della deputata e sembra più un restyling del look che una vera rivoluzione strutturale. Non a caso  sceglie di non parlare dal palco, ma in piedi, contornata dalle persone arrivate per ascoltare le sue proposte. E con i fogli dell’atteso discorso poggiati su un leggio davanti a lei.  Un messaggio di attenzione e vicinanza ai problemi e alle necessità del Paese che ha voltato le spalle a una sinistra lontana da quello zoccolo duro dell’elettorato.

Al primo impatto la linea comunicativa della candidata segretaria appare come demagogia in pillole e immancabili attacchi all’avversario, percepito e descritto come un nemico.

E ai pochi volti noti presenti – ci sono la portavoce della conferenza delle donne Cecilia D’Elia. Arturo Scotto, voce di Art.1. L’ex Governatore del Lazio, Piero Badaloni. Peppe Provenzano, attuale vicesegretario del Pd e voce della sinistra interna del partito. E i parlamentari Michela Di Biase e Marco Furfaro – Elly Schlein dal Monk di Roma, prova a parlare alla base, da dentro a fuori del Pd. Ma si riduce alle solite invettive contro il governo di centrodestra e Giorgia Meloni premier.

Si muove sulle stesse orme di Enrico Letta: ‘Se Giorgia Meloni vuole aiutare le donne’, incalza dopo averla attaccata su opzione donna – ‘perché non approva un congedo paritario di mesi, come in Spagna e in Finlandia?’. Un copione intriso dei soliti slogan e dei soliti moniti accusatori. Per il nuovo Pd, Elly Schlein immagina ‘un percorso collettivo plurale che porti un contributo alla costruzione di un nuovo partito, e questo senza esclusioni. Il nostro noi non è escludente, chi arriva oggi arriva alla pari. Con voi voglio diventare segretaria del nuovo Pd. Se lo facciamo insieme io ci sono, non mi tiro indietro.  Questo Paese fa fatica a pensare che una donna possa farsi strada senza essere strumento di altro. Dimostreremo il contrario. Ai candidati uomini non si va a vedere chi ci sta dietro. Non ho mai accettato e non accetterei adesso la cooptazione Accetterò ogni esito del congresso. Prenderò la tessera del Pd per rispetto di questa comunità. Per entrare in ascolto e in punta di piedi. Sono disponibile ad accettare ogni esito del congresso e a lavorare dal giorno dopo per l’unità. Un applauso agli altri candidati’. Dopo, la Schlein che canta ‘Bella ciao’ insieme ai militanti. A margine, informiamo che  Franceschini ha scommesso sulla Schlein.

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