Emanuele Pozzolo indagato anche per porto abusivo di armi

Emanuele Pozzolo è indagato anche per porto abusivo di armi. Il deputato di Fratelli d’Italia è coinvolto nell’inchiesta sul ferimento di un uomo, dopo uno sparo partito dalla sua pistola alla festa di Capodanno. La nuova accusa è conseguenza del fatto che la mini pistola, di proprietà del deputato, sia un’arma da collezione: per questo motivo il parlamentare, sospeso dal partito di Giorgia Meloni, non avrebbe dovuto portarla con sè a Rosazza, il comune Biellese teatro dell’incidente. Per Pozzolo, quindi, oltre alle accuse di lesioni colpose, accensioni pericolose e omessa custodia di armi, si aggiunge quella di porto abusivo di armi.

Pochi giorni fa è arrivato il risultato dello stub: è positivo. Sono stati infatti depositati alla Procura di Biella i risultati dello eseguiti sulle mani e sugli abiti di Emanuele Pozzolo, il deputato dalla cui arma è stato esploso il colpo che nella notte di Capodanno ha ferito un uomo a Rosazza, nel Biellese. Lo ha confermato la procuratrice Teresa Angela Camelio che ha sottolinea come gli esiti, che sono stati messi a disposizione delle parti poichè positivi, “confermano la prospettazione iniziale.”

L’arma del deputato è una pistola revolver marca North American Arms Provo Ut calibro 22 long rifle. Una pistoletta lunga circa 10 centimetri, poi sequestrata dal parlamentare insieme alle munizioni e al proiettile estratto dalla cosca del ferito, Luca Campana, 31 anni, genero del caposcorta del sottosegretrario alla Giustizia Andrea Delmastro, presente anche lui alla festa.

Intanto, una parte dell’opposizione continua a premere per fare piena luce sull’episodio. “Pozzolo dica la verità. Non abbia paura di dire lui la verità perché tanto se non la dice lui, verrà fuori comunque. Non abbia paura di Delmastro e del suo giro stretto. Tutti abbiamo capito che Pozzolo ha paura di dire la verità. Quello che non sappiamo è il perché. Coraggio, onorevole Pozzolo. La verità, in una Repubblica democratica, non fa e non deve far paura”. A scriverlo è stato  il senatore Enrico Borghi, capogruppo al Senato di Italia Viva, sui propri social.

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