Emendamento Pd al decreto fiscale proroga le concessioni balneari per 50 anni

Il Partito Democratico, a firma di Stefania Pezzopane, ha presentato un emendamento sulle concessioni balneari, collegato al decreto fiscale collegato alla manovra.

La proposta della Pezzopane punta a prorogare le concessioni balneari per gli operatori del settore per un periodo transitorio che va dai trenta ai cinquanta anni.

 Ricordiamo che  la direttiva europea Bolkenstein impone ai Paesi membri di liberalizzare il settore dei servizi e, nella fattispecie, di mettere a gara le concessioni demaniali per gli stabilimenti balneari. Un terreno, quello delle spiagge, su cui l’Italia paga un notevole ritardo non essendosi mai adeguata alle regole Ue, in vigore dal 2006. Con decreti emessi dal 2009 al 2012 e convertiti in legge, lo Stato italiano aveva previsto la proroga automatica della durata delle concessioni demaniali dapprima fino al 31 dicembre 2012 e poi fino al 31 dicembre 2020.

Per queste proroghe la Corte di Giustizia Europea ha bocciato l’Italia affermando nella sentenza del luglio 2016 che è vietato, per il diritto Ue, prevedere la proroga automatica delle autorizzazioni demaniali marittime e lacuali in essere per attività turistico ricreative, in assenza di qualsiasi procedura di selezione fra potenziali candidati.

Il rilascio delle autorizzazioni per lo sfruttamento economico delle spiagge, come da premessa,  deve essere oggetto a una procedura di selezione tra i potenziali candidati, che deve presentare tutte le garanzie di imparzialità e trasparenza, in particolare un’adeguata pubblicità.

 In pratico, attraverso gare a evidenza pubblica, imparziali e trasparenti, fermo restando che si dovrà comunque tener conto di alcuni criteri come, ad esempio, gli investimenti fatti dai concessionari per la valorizzazione del bene pubblico.
Quello delle concessioni marittime è un settore, peraltro, che gode di particolari benefici. Basti pensare che lo Stato ricava solo 103 milioni di euro dalle 23mila concessioni in essere: una media di sei euro a metro quadro, per una spesa media per gestore superiore di poco ai 4mila euro. Ovvero, un affare.
Il Parlamento  si è messo al lavoro su un disegno di legge, presentato a febbraio, che affida una delega al Governo per il riordino della materia: da una maggiore chiarezza sui canoni da praticare a una riforma generale della normativa che blocchi, una volta per tutte, le proroghe automatiche delle concessioni.
La legge è da pochi giorni stata approvata alla Camera e ora è approdata al Senato e l’esercizio della delega da parte del Governo è pressoché impensabile ottenerla.

E quindi, anche per dare maggiori rassicurazioni agli operatori balneari, è stata pensata una nuova proroga delle concessioni, denunciata dal presidente della Commissione Affari Costituzionali della Camera Andrea Mazziotti: ‘Una spiaggia non è per sempre, Pd fermi assurdità’.

 Nell’emendamento all’articolo 19 del decreto fiscale firmato Pezzopane si prevede la messa a gara delle concessioni così da assegnarle per minimo 30 anni e massimo 50. E per quelle in essere si legge: ‘Alle concessioni in essere al 31 dicembre 2009, al fine di permettere alle parti della concessione di sciogliere i rispettivi rapporti contrattuali a condizioni accettabili, è concesso un periodo transitorio da un minimo di trenta anni fino ad un massimo di cinquanta anni’.

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