Una donna avvolta dal niqab, l’abito nero di tradizione islamica che lascia scoperti solo gli occhi, tiene in braccio un bambino attaccato a una flebo. Il piccolo è colpito dal colera e viene curato in un centro di assistenza sanitaria. La foto è stata scattata da un reporter della Reuters a Sanaa in Yemen nell’ottobre del 2017 nel pieno di quell’epidemia di colera che affligge il Paese arabo dal novembre del 2016.
Dal novembre 2016 a oggi si stima ci siano stati più di un milione di casi di infezione e 2.275 morti. La distribuzione del vaccino orale è già iniziata in 4 distretti della città di Aden e coinvolgerà 350 mila persone. I funzionari dell’Oms stanno cercando di accelerare i tempi in vista della stagione delle piogge particolarmente pericolosa per la diffusione del colera. Su un twitter di questi giorni si legge: ‘Nonostante la difficoltà delle vie di comunicazione, il personale incaricato di vaccinare la popolazione sta facendo del suo meglio per offrire a tutti la copertura orale contro il colera ad Aden, con lo scopo di contenere quella che è diventata la più vasta epidemia di colera nel mondo’.
Il personale sanitario dell’Oms è pronto a muoversi non appena abbia ricevuto il via libera ufficiale. L’obiettivo della campagna è di arrivare a fornire una copertura vaccinale ad almeno 4 milioni persone nelle zone a rischio.
Il colera è ancora presente e ci troviamo nella classica situazione in cui abbiamo avuto una grande ondata l’anno scorso e ce ne aspettiamo un’altra quest’anno, di uguale ampiezza o addirittura superiore.
La guerra civile nello Yemen, che dal 2015 a oggi ha ucciso più di 10mila persone costringendone più di due milioni a scappare dalle proprie case, ha anche distrutto le risorse di acqua potabile e i centri di assistenza sanitaria.
La più grande campagna di vaccinazione contro il colera della storia, che coinvolge più di due milioni di persone in tutta l’Africa, è attualmente condotta in cinque paesi del continente: Zambia, Uganda, Malawi, Sudan e Kenya.