Roma, quartiere Tor Vergata Nella foto: Policlinico MASSIMO BARSOUM / AGENZIA TOIATI

Emergenza Covid, si tenta di gettare fango sul Policlinico Tor Vergata

Siamo in piena emergenza coronavirus e, all’inizio della Pandemia Covid-19, come è noto, sono stati banditi concorsi in tutta Italia per l’assunzione immediata di specialisti delle varie discipline per arginare il prima possibile il virus. Alcuni giornali però sembrano speculare sull’emergenza, evidentemente in crisi di notizie e contenuti, spacciando per inchieste delle semplici illazioni basate sul nulla o poco più per un po’ di visibilità mediatica e qualche ‘mi piace’ su Facebook. Questa volta è il turno del giornale online ‘La Cronaca di Roma’ che il 18 aprile scorso ha pubblicato sul proprio sito web un presunto nuovo caso Parentopoli al Policlinico Tor Vergata di Roma. Parliamo di contratti a tempo determinato della durata di 6 sei mesi, eventualmente rinnovabili in relazione alla durata dell’emergenza in atto e, comunque, non superiori ai dodici mesi. Ebbene secondo questo giornale le assunzioni fatte a Tor Vergata sarebbero in odor di Parentopoli o comunque sospette.

La nostra redazione ha notato questo articolo sul web e ha voluto verificare la notizia. Per amor di verità e visto che d’inchieste Progetto Italia News in questi anni ne ha fatte, e anche di un certo spessore, siamo andati a controllare quanto affermato da ‘La Cronaca di Roma’, una sorta di fact-cheking nostrano. Premesso che in Italia un professore o un primario, di norma, se volessero far assumere un parente non rischierebbero di compromettersi per un contratto di sei o dodici mesi, leggendo i titoli e le esperienze professionali dei vincitori non saltano agli occhi le anomalie riportate dal giornale romano, anzi.

A Tor Vergata sono stati banditi dei posti in tutte le specialità a cui potevano partecipare anche gli specializzandi. Il concorso era per titoli e si sono presentati parecchi candidati molti dei quali ex-specializzandi dell’università Tor Vergata ed è stata fatta una graduatoria.

I primi sei sono giovani che, leggendo i titoli, sembrano nettamente al di sopra degli altri.

Il primo ha più di dieci anni di carriera, ha un dottorato di ricerca, è stato per 5 anni ricercatore universitario, ha esperienze in centri di alta qualificazione, ha più di 30 lavori scientifici su riviste internazionali, ha un curriculum con i parametri di professore associato. Gli altri sono neo-specialisti di livello eccellente. Uno ha vinto un fellowship in Francia e un altro negli Usa a Los Angeles, entrambi posti d’eccellenza che non conoscono neanche il termine ‘parentopoli’

Gli altri sono tra i migliori neo-specialisti dell’ultimo corso. Insomma, leggendo le carte, come dovrebbe fare qualsiasi giornalista degno di questo nome, la situazione sembra completamente diversa da quella descritta dal giornale romano, sono tutti professionisti di primo livello che, tra l’altro, non avrebbero nessun problema a trovare lavoro altrove, come dimostrato anche dalle esperienze all’estero di alcuni di essi.

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