Un appello disperato affinché l’emergenza migranti in Italia possa finalmente trovare una soluzione. Ma sulla questione la stessa Bonino è scettica. “Quello che vediamo sulle coste italiane è conseguenza dell’esodo disperato, perché si mettono insieme due fenomeni: chi fugge dalla guerra e chi fugge dalla povertà”. Intervistata da Radio 24, la titolare della Farnesina ha sottolineato che per questa situazione c”non c’è una soluzione miracolosa”. ”Le frontiere sud della Libia – poco controllabili, vedono ad esempio – ha detto il ministro Bonino – fuggire sudanesi, nigeriani, molti altri. I siriani passano per il Libano e poi per l’Egitto. Dall’Iraq si passa alla Turchia, e poi in Grecia, altro Paese, come il nostro o la Spagna, che a un fardello molto pesante da subire. E si accumulano motivazioni diverse, tutte accomunate dalla speranza di una vita diversa. Sogno o illusione che sia, queste persone rischiano di finire nelle mani di veri e propri venditori di illusioni o di morte. Ma si tratta di persone che scappano per fame, o per guerre, o per un misto delle due cose. E per questo – ha osservato Bonino – non c’è una soluzione miracolosa. Basti pensare a quel che succede in Libano, dove i rifugiati siriani sono 1 milione, o in Giordania, dove sono 600 mila”. ”Proprio la settimana scorsa – ha concluso il ministro degli Esteri – ci siamo riuniti con i ministeri della giustizia, della difesa, degli interni per cercare di essere un po’ più pronti, per fronteggiare una emergenza che è qui, e che non ha una soluzione magica. Anche in Europa era in discussione una direttiva, che però è stata ostacolata da molti Paesi, proprio perché nell’accoglienza temporanea ogni Paese vuole la certezza che sia appunto temporanea. Noi siamo un Paese più di transito che di destinazione, non siamo noi il sogno per questi immigrati”.
Intanto sono state tutte identificate le sei vittime del tragico sbarco di immigrati avvenuto ieri a Catania. Sono tutti giovani egiziani di età compresa tra i 17 e 27 anni. Gli esami medici hanno confermato che sono morti per annegamento. Il minorenne deceduto avrebbe compiuto 18 anni il prossimo 25 agosto. Nessuno di loro era tra i potenziali ‘scafisti’ che hanno portato la barca fino al Golfo di Catania che si è poi arenata su una ‘secca’ davanti il lido Verde del lungomare della Plaia. Sono più di cento, tra le sei vittime e i 94 soccorsi e rifocillati, i migranti che erano sull’imbarcazione che è arrivata ieri a Catania. Ne sono certi gli investigatori sulla base di diverse testimonianze. Alcuni extracomunitari sarebbero riusciti a fuggire appena toccata terra. Tra loro ci potrebbero anche essere i potenziali ‘scafisti’ che non sarebbero stati identificati né tra le vittime né tra i superstiti. E’ ritenuta invece non verosimile da investigatori e Procura l’ipotesi che ci siano dispersi in mare, visto le buone condizioni meteo-marine di ieri nella zona. Potrebbero non essere stato un viaggio lungo quello dei migranti egiziani e siriani arrivati ieri a Catania con lo sbarco in cui sono annegati sei giovani. E’ l’ipotesi al vaglio di investigatori e della Procura distrettuale che sembra privilegiare l’esistenza di una ‘nave madre’ che avrebbe trainato il piccolo peschereccio in legno lasciandolo poi al largo della Sicilia. Tra i rilievi a sostegno di questa ipotesi anche lo stato di salute degli extracomunitari: provati e affamati, ma che non avevano segni evidenti di avere fatto una lunga traversata in mare. Anche il piccolo di sette mesi ricoverato e dimesso poche ore dopo un controllo nell’ospedale Garibaldi di Catania è apparso ai medici in buone condizioni di salute: paffuto e non mostrava segni di sofferenza fisica, ma soltanto una non grave disidratazione. Il bambino è stato riconsegnato già ieri ai suoi genitori.