Gli Emirati Arabi dichiarano guerra agli omosessuali. I Paesi del Golfo Persico hanno infatti vietato l’ingresso agli omosessuali e ai trans ai quali non verrà concesso il permesso di soggiorno. Il provvedimento fa seguito all’identificazione di 19 mila“deviati sessuali”, come vengono identificati i gay nel regno saudita. Esistono infatti leggi specifiche in base alle quali l’omossessualità viene punita con il carcere e addirittura con frustate in pubblico. E proprio in risposta a tale divieto, ieri il direttore generale dell’amministrazione sanitaria pubblica del Kuwait Yussuf Mindikar, ha annunciato l’avvio di un piano del suo Paese “in collaborazione con i Paesi del Golfo” al fine di individuare “clinicamente gli omosessuali e il terzo sesso”, come vengono definiti i trans. Tutti i lavoratori stranieri verranno sottoposti a visite mediche durante le procedure per l’ottenimento del permesso di soggiorno. Ai ‘non idonei’, e quindi agli omosessuali, sarà vietato di entrare in Kuwait e in tutti i Paesi aderenti al Consiglio di cooperazione del Paesi del Golfo che oltre allo stesso Kuwait, comprende anche Arabia Saudita, Emirati Arabi Uniti, Qatar, Bahrain e Sultanato dell’Oman”. Il responsabile kuwaitiano ha aggiunto che il progetto “sarà presentato alla riunione della Commissione centrale per il programma della mano d’opera straniera che si terrà il prossimo 11 novembre nel Sultanto di Oman”. Inoltre, come riferito dalla polizia, “nell’ambito di una campagna per contenere il fenomeno della deviazione sessuale nella società sono stati identificati 19 mila omosessuali di cui 11 mila sono sauditi”.
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