Nell’ambito dell’operazione il Mef si è impegnato con i Joint Global Coordinators e Joint Bookrunners a non vendere sul mercato ulteriori azioni della Società per un periodo di 90 giorni senza il consenso degli stessi Joint Global Coordinators e Joint Bookrunners e salvo esenzioni, come da prassi di mercato. I termini finali dell’operazione saranno comunicati al termine del collocamento.
Con la cessione annunciata del 2,8% di Eni, il Ministero dell’Economia e Finanze, che possiede direttamente una quota del 4,797% del gruppo, scende sotto il 2%. Il controllo pubblico è comunque assicurato da Cdp (la cui maggioranza fa capo allo stesso Mef con una quota di minoranza delle fondazioni bancarie) che detiene il 28,503%. Ai valori attuali di Borsa (15,11 euro la chiusura a Milano) la quota ceduta dal Mef vale poco meno di 1,4 miliardi di euro.