Claudio Descalzi, Amministratore delegato di Eni, e la moglie sono indagati dalla Procura di Milano per omessa comunicazione di conflitto di interessi. La Guardia di Finanza ha proceduto con la perquisizione dell’abitazione dei coniugi.
La Petroservice (che riuniva diverse società dislocate in Congo, Gabon, Ghana e Mozambico) ha affittato navi e servizi all’Eni in un’operazione da trecento milioni circa. Il tutto senza una comunicazione ufficiale al Consiglio di Amministrazione. La Petroserivice faceva indirettamente capo a Magdalena Ingoba, moglie di Descalzi.
L’Eni ha respinto ogni accusa a carico e le indagini condotte internamente non hanno riscontrato violazioni che possano aver avvantaggiato fornitori o danneggiato la multinazionale. Come evidenziato da Eni, la “aggiudicazioni al gruppo Petroservice si sono svolte in ambiti competitivi e nel sostanziale rispetto delle procedure di approvvigionamento vigenti“.
Anche Descalzi ha voluto respingere con forza ogni accusa sottolineando come non si sia mai occupato dell’operazione nel mirino degli inquirenti. “Le transazioni tra Eni Congo e il gruppo Petroservice non sono mai state oggetto di mie valutazioni o decisioni, in quanto totalmente estranee al mio ruolo. Tengo inoltre a sottolineare che se mi fossi trovato in una qualunque situazione di conflitto di interesse, o ne avessi avuto conoscenza, non avrei esitato a dichiararlo. Ho l’assoluta certezza di avere sempre operato correttamente, in modo lecito, nell’interesse di azienda e azionisti”.