Enrico Belpietro e il ‘campo santo’ del centrosinistra

Il campo largo del centrosinistra? «Chiamatelo col suo nome: campo santo». E quando gli viene rammentata Elly Schlein, si finge seriamente preoccupato: «Non so dove sia, andrebbe candidata per la trasmissione non ‘chi l’ha visto?’.  Il direttore di Panorama e del quotidiano La Verità serve  bocconcini al cianuro contro il centrosinistra dalla Toscana da Campiglia Marittima. Il piccolo comune che aspira a diventare un vero laboratorio del nuovo centrosinistra e che  ospiterà la segretaria del Pd Schlein.

Belpietro, intervistato dall’inviato del Giornale Stefano Zurlo e dal direttore del Tirreno Cristiano Marcacci, è entrato nella carne viva della politica. Non crede a una crisi del governo Meloni: «Cadrà sullo Ius Scholae? Ma va…Voi pensate davvero di mandare a casa Giorgia Meloni per fare un governo Pd-Forza Italia? Prima di tutto bisogna fare i conti, poi quale sarebbe l’alternativa? E se anche fosse, sarebbe un assist alla Meloni, che alle prossime elezioni prenderebbe il 40%. Per fare un’alleanza larga bisogna trovare un leader. E nel centrosinistra su questo non c’è accordo – attacca – Conte ha avuto una botta di culo a fare il presidente del Consiglio, gli è piaciuto troppo e questo resta il suo obiettivo». Altro giro, altro personaggio, nuova bordata. Come a Renzi, acerrimo nemico fin dai tempi dell’editto anti-Belpietro del 2016: «Ha detto che la Schlein avrebbe portato alla estinzione il Pd, ma quello che rischia di estinguersi è lui. Se non fa qualcosa finirà a fare il portavoce di Bin Salman».

Siamo in Toscana, dove  il presidente della Regione Eugenio Giani ha presentato ricorso in Corte Costituzionale contro la legge sull’autonomia differenziata. Quando il direttore del Tirreno Cristiano Marcacci lo ricorda a Belpietro, il giornalista tira la fuori la storia del libretto verde di Achille Occhetto. «C’è tutto il programma dell’ex segretario del Pds, risale al 1994, l’ho comprato su e-Bay. Ecco, un capitolo è dedicato alla autonomia differenziata, c’è l’elenco di tutte le autonomie che per il segretario avrebbero dovuto essere attribuite alle Regioni. Il contrario di quello che il centrosinistra sostiene adesso. È meraviglioso». Insomma, per Belpietro chi sta facendo una battaglia contro l’autonomia differenziata ha la memoria corta. «Qualcuno mi dovrebbe spiegare – insiste – perché le Regioni rosse erano d’accordo quando Maroni e Zaia rivendicavano maggiore autonomia. Era un’altra cosa? Allora fatevelo spiegare bene, perché quando lo chiedo io finiscono per farfugliare. I primi ad aver attivato i meccanismi dell’autonomia differenziata furono proprio quelli del centrosinistra. Vollero modificare la Costituzione nel 2001, perché speravano di fermare l’avanzata della Lega. Fu una riforma pasticciata, che prima o poi dovrà essere riempita di contenuti. Ecco, non c’è nessuno Spacca Italia, se non questo referendum che stanno cercando di far passare per battere Giorgia Meloni e cercare di ripetere quello che è accaduto con Renzi, quando disse che se ne sarebbe andato in caso di sconfitta al referendum costituzionale, anche se poi lui rimase».

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