Il sogno proibito di fare fuori leader la Lega era chiaro fin dal primo giorno della sua segretaria: ‘E’ Salvini che ci deve spiegare cosa sta a fare in questo esecutivo’, disse allora Letta. Ma se gli chiedi quali intenzioni abbia, inizia con le contorsioni verbali: ‘Vogliamo fare fuori Salvini dal governo? ‘No, mi sembra sia Salvini che vuole fare fuori se stesso. Per noi le regole d’ingaggio sono di grande rispetto reciproco, sarebbe irresponsabile chi, a casa nostra, si mettesse a fare giochini politici, non è il momento. E’ il momento di chiarezza e responsabilità. Dipende tutto da Salvini, se lui interpreta le regole con senso di responsabilità. Fino ad adesso non l’ha fatto, mi pare ci sia un non detto, un non chiarito. Predica stabilità e responsabilità poi parte all’attacco, scuotendo un giorno sì e l’altro pure l’equilibrio che regge questa larga maggioranza di governo. Sul coprifuoco è stato dato un messaggio sbagliato. Salvini ha parlato più delle 23 che del Pnnr; non ha parlato del piano dei 200 e passa miliardi di euro che è fondamentale, un errore profondo. Se seguiamo una linea di prudenza e riaperture in sicurezza l’estate può andare alla grande’.
Il messaggio di Salvini, secondo Letta, è un errore profondo perché l’obiettivo è uscire dalla pandemia. Se la politica fa passare il messaggio che da maggio c’è il liberi tutti, è irresponsabile. Letta, in realtà, non dice che la ‘revisione’ del coprifuoco è nelle intenzioni del governo già da metà maggio. Fratelli d’Italia sull’argomento coprifuoco ha speso molte energie e Draghi ha dovuto prendere atto che di coprifuoco si può morire. Letta racconta solo una metà della verità in funzione anti-Lega. E continua a provocare Salvini su un altro punto: lo Ius soli . Il Pd andrà avanti con lo Ius soli? ‘Sì’, risponde Letta.
Il Partito democratico prova a saggiare il terreno di possibili convergenze uscendo dal binario obbligato della pandemia e del Recovery plan, annunciando l’impegno politico, e soprattutto parlamentare, per portare a termine due battaglie di principio come lo Ius soli e il ddl Zan. Temi questi che hanno già isolato il Pd dagli alleati di destra. I vertici del Pd, però, si sentono già in campagna elettorale e non vogliono rinunciare a valori identitari. Ci sono temi come quello della gestione dei flussi migratori, spiega il segretario dem, fondamentali dove il governo ‘deve avere un ruolo da protagonista’. Poi c’è lo Ius soli, divisivo sicuramente, ma che il leader piddino ha l’ambizione di trasformare in un dibattito culturale e politico: ‘E’ evidente che è un tema divisivo, ma io ho intenzione di aprire un dibattito culturale nel Paese su questo punto. Finché legheremo lo ius soli alle migrazioni la partita sarà in un ‘cul de sac’. Dobbiamo rovesciare il tema, la questione è che i nostri tassi di natalità sono drammatici’.