Enrico Letta: il centro-sinistra ancora deve fare autocritica

“Non ho intenzione di candidarmi alle Europee”: così l’ex premier Enrico Letta che, in un’intervista al Corriere della Sera, spiega: “Il centrosinistra è un campo di Agramante, terra bruciata. Bisogna ricostruire, senza ritorni all’indietro. Non si sono ancora fatti i conti con la sconfitta e, se si pensa che sia colpa degli elettori che non ci hanno capito, non si ricostruirà nulla di vincente”. “Conosco decine di persone che hanno votato M5S senza essere populisti o antieuropeisti. Bisogna ripartire da lì e rendere profonda questa autocritica. Davvero pensiamo che il referendum del 4 dicembre 2016 e le Politiche del 4 marzo siano stati due momenti di stupidità collettiva? Pensiamo che ora gli elettori rinsaviranno e ci richiameranno? Non accadrà. Servono schemi nuovi, facce nuove”.

Nel suo recente libro “Ho imparato” c’è un capitolo “Vaffa, ruspa e rottamazione”, “che i renziani hanno criticato per lesa maestà”, spiega Letta, nel quale “parlo della politica basata sull’asfaltare e delegittimare l’avversario”. Il protagonismo di Calenda “è utile e positivo, c’è voglia di unità in giro. Però il vero guaio del nostro Paese è stata la saldatura tra M5S e Lega e una narrazione élite contro il popolo, antipopulisti contro i populisti, rischia di rafforzarli. Io ho voluto mettere in guardia Calenda da questo rischio forte”, spiega Letta. Quanto al prossimo appuntamento dei Democratici, “da anni non sono più iscritto al Pd. E’ un congresso importante, lo seguo con attenzione e simpatia e al momento opportuno deciderò se votare e per chi”. Sfidare Lega e M5S? “Non mi candido. E anche se può sembrare strano, penso che l’alternativa si costruisca partendo da una proposta sull’Italia, non sull’Europa”.

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