Enrico Letta, insolitamente, usando parole lusinghiere nei riguardi di Matteo Salvini: ‘In Salvini ho trovato un volto vero, tutt’altro che finto’, dice Letta in una lunga intervista a SkyTg24 dove ha toccato diversi temi: ‘In politica si incontrano molte maschere. Ma sappiamo entrambi che abbiamo una responsabilità sulle spalle: aiutare l’Italia ad uscire da questa crisi e far sì che le riforme che dobbiamo fare funzionino. Poi alle elezioni ci divideremo, ma credo che stiamo gestendo con responsabilità questa fase’.
Letta annunciato di essere disposto a fare scelte insolite pur di attuare il suo progetto di incremento della tassa di successione per finanziare una dote da 10mila euro ai diciottenni. Aveva dichiarato di essere disposto a qualsiasi cosa pur di realizzare questo suo progetto, magari mercanteggiando con le opposizioni: ‘Per la dote ai diciottenni sarei disposto a venire a patti anche sulla legge elettorale’.
Il segretario dem era in aperta opposizione con Salvini invitando il leghista ad uscire dal governo nel caso in cui non ne condividesse le scelte. Oggi non usa parole aspre neppure rivolgendosi a Giorgia Meloni che ha duramente criticato la sua idea sul fondo 18enni: ‘È una donna veramente tosta ma non penso di aver fatto proposte lunari. Bisogna dare ai ragazzi che non hanno una famiglia facoltosa dietro le spalle, la possibilità di fare nella vita il percorso che altri hanno avuto. E ai ragazzi italiani va restituito quello che nell’ultimo anno è stato tolto’.
Ovviamente Letta continua ad immaginare un governo che sia in continuità con quello Draghi e con le forze politiche che governano l’Europa. Un governo che sia in linea con questa logica europeista: ‘Credo che la governance costruita da Draghi sia l’unica possibile in un governo di larghissima coalizione come questo. Cioè una governance che coinvolge di volta in volta tutti i ministri e che allo stesso tempo assegna al presidente del Consiglio il ruolo di garanzia e baricentro’.
Dalle ceneri post pandemia Letta elabora una futura azione ‘regnante’. Questa maggioranza del governo Draghi non farà mai le riforme liberali di cui si vagheggia. Il governo Draghi non riuscirà a farle perché ci sta un centrosinistra che di riforme liberali non ne vuole sapere. La pandemia ha svelato, almeno in Italia, quanto rimane netta e arretrata la visione della politica verso il lavoro e i lavori. L’unico leader che voleva realizzare riforme in economia, in politica, nelle istituzioni, è stato Renzi che voleva realizzarle partendo dalla riforma costituzionale del referendum del 2016, ma è stato bloccato. Improbabile che lo stesso percorso delle riforme liberali possa essere intrapreso da Draghi.