Pippo Civati non sarà deputato, a meno di un fortunoso calcolo di resti a suo vantaggio. Per uno dei fondatori di ‘Liberi e Uguali’, leader di Possibile, la sconfitta è amara. Ed è il primo ad ammettere: ‘Nessuno si aspettava un cappotto del genere’. Vuole evitare polemiche a caldo: ‘Quando si fallisce, si fallisce tutti insieme’. Ma è evidente che in Leu è partita una resa dei conti e la campagna elettorale, il modo in cui sono state fatte le liste e la guida di Pietro Grasso sono sotto processo.
L’elenco è questo: alla Camera certi a scattare sono Stefano Fassina nel Lazio; Pierluigi Bersani; Roberto Speranza in Toscana; Laura Boldrini in Lombardia; Nicola Fratoianni in Piemonte; Guglielmo Epifani in Sicilia, Conte in Campania. Forse entrano anche Arturo Scotto in Campania e l’avvocato Michele Laforgia in Puglia.
Per il Senato la situazione è più complessa. I calcoli su base regionale lasciano margini di dubbio. Comunque Massimo D’Alema non ce l’ha fatta. Francesco Laforgia, il giovane capogruppo uscente, candidato al Senato avendo compiuto a febbraio 40 anni, l’età necessaria, è stato eletto in Lombardia. Vasco Errani è scattato in Emilia Romagna, non per il risultato nell’uninominale bensì per il listino proporzionale. In Sicilia eletto Pietro Grasso, sempre grazie al paracadute proporzionale. E De Cristofaro in Campania.