A rinfocolare il dibattito sull’accesso ai farmaci anti-Hcv è una analisi messa a punto da cinque docenti e ricercatori dell’Università di Tor Vergata di Roma che hanno sentenziato che trattare i casi più gravi di epatite C non garantisce l’eradicazione della malattia. L’eradicazione sarebbe forse possibile in cinque anni, procedendo a screening di massa per far emergere almeno il 70% della casistica oggi sommersa e curando tutti i sieropositivi. La soluzione scelta dalla Regione Toscana di trattare tutti i pazienti affetti dalla patologia è certamente una soluzione più efficiente ma non garantisce di per sè l’eradicazione, visto che i casi emersi e noti sono solo il 44% del totale ed è quindi ipotizzabile una progressiva emersione della casistica. Comprensibilmente soddisfatto il commento – riportato da Regioni.it – del Il confermato Governatore della Toscana, Enrico Rossi, commenta: “Questo autorevole studio è una conferma della bontà della scelta compiuta dalla Toscana di trattare con il farmaco anti-epatite C tutti i 26 mila malati toscani, e ci conforta nella decisione di andare avanti su questa strada. Anche i sistemi sanitari dei principali Paesi europei stanno rivedendo le proprie strategie in questo senso. Tra l’altro, anche i modelli numerici elaborati dai ricercatori di Tor Vergata sono perfettamente sovrapponibili ai dati toscani finora forniti da noi e fa piacere che i più alti livelli scientifici e accademici confermino la bontà delle nostre scelte. Non poteva essere diversamente, perché la nostra proposta nasce dalla richiesta dei professionisti toscani. Forte anche dei risultati di questo studio, la Toscana continuerà a perseguire l’obiettivo di curare tutti i cittadini affetti da epatite C. Sono convinto che a fronte di un ricorso di un paziente escluso dall’erogazione del farmaco anti-epatite C, il ricorso avrebbe esito scontato e ci troveremmo davanti a una débâcle politica dello Stato. Chi si occupa di cose pubbliche ha il dovere di provvedere e prevedere, e a chi ritiene che la prevenzione non rientri tra le prerogative della politica e dell’amministrazione, rispondo che questo argomento non solo è capzioso, ma che fa semplicemente sorridere”. L’Aifa sottolinea che lo studio condotto da Tor Vergata conferma la validità dell’approccio scelto dalle istituzioni centrali. “L’eradicazione dell’Epatite C, grazie ai farmaci innovativi già presenti sul mercato e a quelli che nei prossimi anni vi arriveranno, è un obiettivo prioritario degli organi posti a tutela della salute di tutti i cittadini italiani, in primis il ministero della Salute”. Il percorso che Aifa e Ministero hanno intrapreso già da diversi mesi si fonda su una pianificazione rigorosa, sia dal punto di vista scientifico che da quello della sostenibilità economica, che prevede una programmazione mirata a eradicare la malattia a livello nazionale e nel breve termine, tramite l’istituzione di un fondo straordinario voluto dal Governo, ad assicurare le terapie salvavita ai pazienti più gravi. Come già ricordato in più occasioni, sono state infatti assicurate le risorse necessarie a curare i circa 50mila pazienti che, a causa dello sviluppo della malattia, si trovano in pericolo di vita, e per sostenere la spesa nel primo biennio è stato stanziato 1 miliardo di euro, decuplicando il valore del fondo farmaci innovativi sino ad ora esistente. Ma la programmazione prevede un piano complessivo per l’eradicazione dell’Epatite C che si sviluppi in almeno 6-8 anni, periodo nel quale è auspicabile che sia possibile una definizione migliore della popolazione di pazienti eleggibili anche attraverso l’adozione di screening che consentano di evidenziare la presenza del virus prima dello sviluppo della malattia.