Il 20 luglio scorso il Gip della Procura di Bologna aveva accettato la richiesta delle pm Antonella Scandellari e Manuela Cavallo di una proroga alle indagini di sei mesi per Bilal Erdogan, indagato per il reato di riciclaggio. Bilal aveva lasciato Bologna per ‘ragioni di sicurezza’ abbandonando il dottorato in ‘Relazioni Internazionali’ iniziato nel 2006 alla John Hopkins University. Attualmente è in Anatolia per promuovere attività legate alla cultura e allo sport e non parla dell’inchiesta. Per ora i conti correnti bancari e i tabulati telefonici del figlio del presidente, durante la permanenza nella città italiana, sono stati passati al setaccio dagli inquirenti senza che siano state riscontrate illegalità e Bilal ha sempre negato di aver portato illegalmente somme di denaro in Italia. L’accusa era contenuta nell’esposto presentato da Murat Hakan Huzan, l’imprenditore turco e oppositore politico di Erdogan, rifugiatosi in Francia perché si ritiene vittima con la propria famiglia di un accanimento politico e giudiziario nel suo Paese. Il mio assistito, ha dichiarato l’avvocato di Erdogan junior Giovanni Trombini, si ritiene estraneo a qualsivoglia ipotesi delittuosa, ed in particolare ad ipotesi di riciclaggio, e che ogni sua attività economica e finanziaria è assolutamente trasparente, legale, e che le accuse sono completamente infondate. Bilal Erdogan è titolare di una società, la Bmz Ltd, che costruisce imbarcazioni, autocisterne e uffici. Lo scorso dicembre il portavoce del Cremlino lo aveva accusato di esportare il petrolio dell’Isis con le sue navi attraverso il porto di Ceyhan: ‘Non facciamo affari nel Mediterraneo e non operiamo noi le imbarcazioni’ aveva risposto lui. Il presidente turco ha espresso tutta la sua insofferenza nei riguardi dell’inchiesta bolognese: ‘Mio figlio è un uomo brillante e viene accusato di riciclaggio di denaro. Che si occupino di mafia in Italia e non di mio figlio. Mio figlio dovrebbe tornare a Bologna per terminare il dottorato, ma non può farlo perché rischia di essere arrestato. In quella città mi chiamano dittatore e fanno cortei per il Pkk. E’ questo lo Stato di Diritto? La vicenda dell’indagine su mio figlio a Bologna potrebbe mettere in difficoltà le nostre relazioni con l’Italia e la Mogherini non avrebbe dovuto parlare da fuori e prima di tutto doveva venire in Turchia. Se viene bombardato il Parlamento italiano che succede? La Mogherini, che é italiana, direbbe che hanno fatto bene a bombardarlo? Di essere preoccupata dai processi che seguirebbero?’. Erdogan ha poi ribadito che se l’Ue non concederà la liberalizzazione dei visti per i cittadini turchi, Ankara non rispetterà più l’accordo di marzo sui migranti. Il premier italiano, Matteo Renzi, gli ha risposto con un tweet: ‘In Italia c’è una magistratura autonoma e indipendente che agisce secono le leggi e e che combatte tutte le forme di illegalità, e i giudici rispondono alla Costituzione italiana e non al presidente turco. Chiamiamo questo sistema Stato di diritto e ne siamo orgogliosi’. Anche la Farnesina sottolinea che in Italia vige il pieno rispetto dell’autonomia della magistratura. Magistratura, afferma il ministro degli Esteri Paolo Gentiloni, che insieme alle forze dell’ordine è impegnata con successo nel contrasto alla mafia e non ha certo bisogno per farlo dell’incoraggiamento da parte di alcuno. Quanto ai rapporti tra Europa e Turchia la Farnesina ribadisce la ferma condanna del tentativo di colpo di stato del 15 luglio e conferma la preoccupazione comune all’intera Europa per gli accadimenti in corso.Interviene anche il vice presidente del Csm Giovanni Legnini: ‘L’attacco alla magistratura italiana da parte del presidente turco è grave e inaccettabile. I giudici e i pm italiani combattono quotidianamente contro le mafie con le indagini e i processi, rischiando la vita ed ottenendo risultati straordinari. Piuttosto è la Turchia a dover fornire alla comunità internazionale garanzia di rispetto dei principi di autonomia ed indipendenza della magistratura, irrinunciabili per il nostro paese e per qualunque paese democratico, dando risposte sulle gravissime destituzioni e arresti di migliaia di giudici che il plenum del Csm ha fermamente e prontamente condannato, insieme alla rete dei consigli superiori europei (ENCJ) e a quella dei presidenti delle Corti Supreme Ue’. Anche il segretario generale dell’Anm replica con durezza:‘Il presidente turco Erdogan piuttosto che annunciare possibili rischi nei rapporti con l’Italia e tentare di interferire, per ragioni personali, nell’operato della magistratura italiana, si occupi di ristabilire lo stato di diritto nel suo Paese, provvedendo a scarcerare immediatamente le migliaia di magistrati e le persone ingiustamente detenute in Turchia’.
Roberto Cristiano