Tutti assolti i 9 imputati nel processo legato alla vicenda dell’eredità di Alberto Sordi. Lo ha deciso il giudice monocratico del Tribunale di Roma, dopo circa due ore di camera di Consiglio. I 9, accusati a seconda delle posizioni di ricettazione e di circonvenzione di incapace ai danni di Aurelia Sordi, sorella dell’attore, morta nel 2014 a 94 anni, sono stati assolti con la formula “perchè il fatto non sussiste”.
Per gli imputati il pubblico ministero, Eugenio Albamonte, aveva sollecitato condanne comprese tra i 4 e i 2 anni e mezzo. Al centro del procedimento il contenzioso nato intorno al patrimonio milionario del famoso attore. A processo erano finiti, tra gli altri, il notaio Gabriele Sciumbata, l’avvocato Francesca Piccolella, l’autista dell’attore Arturo Artati e l’avvocato Carlo Farina. Il giudice ha assolto anche cinque dipendenti che lavoravano presso la villa di Sordi e che hanno assistito la sorella Aurelia. “Questo sancisce ancora una volta che il testamento è valido”, afferma Nicoletta Piergentili, legale della Fondazione Sordi che era parte civile al processo. Il testamento affidava alla Fondazione l’intero patrimonio che si aggira su una cifra che supera i 50 milioni di euro.
“Accettiamo e rispettiamo la sentenza un conto però sono le donazioni ai domestici, un conto è l’impugnativa del testamento. La partita al tribunale civile è ancora da giocare”. Così l’avvocato Andrea Maria Azzaro, legale dei parenti di Alberto Sordi, commenta la decisione del giudice monocratico che ha assolto tutti e nove gli imputati.