Il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite dovrebbe votare domani, 14 novembre, la risoluzione per revocare le sanzioni e l’embargo sulle armi all’Eritrea. Lo riferiscono fonti diplomatiche citate dalla stampa internazionale, secondo cui i membri del Consiglio avrebbero completato ieri i negoziati, conordando una bozza di risoluzione, redatta dai rappresentanti del Regno Unito. La bozza, oltre a rimuovere le sanzioni e l’embargo, esorta i governi di Eritrea e Gibuti a lavorare per normalizzare le relazioni e a risolvere la decennale controversia relativa ai confini e chiede al segretario generale dell’Onu, Antonio Guterres, di riferire al Consiglio sui progressi compiuti entro il prossimo 15 febbraio e, successivamente, ogni sei mesi. Per essere approvata, la risoluzione avrebbe bisogno di nove voti favorevoli e di nessun veto da parte dei paesi membri permanenti del Consiglio (Stati Uniti, Cina, Russia, Regno Unito e Francia), tuttavia le stesse fonti sostengono che il voto di domani potrebbe essere unanime.
Secondo quanto riferito nelle scorse settimane da fonti diplomatiche, la svolta sarebbe avvenuta dopo che gli Stati Uniti si sarebbero convinti a non chiedere il prolungamento delle sanzioni dopo il processo di distensione con l’Etiopia, inaugurato dal processo di pace siglato nel luglio scorso. La richiesta di rimuovere le sanzioni era stata avanzata nei mesi scorsi dal segretario generale dell’Onu, Antonio Guterres, secondo il quale “le sanzioni erano motivate da una serie di fattori che ora non esistono piu’. Se le ragioni che hanno portato alle sanzioni non esistono piu’, (le sanzioni) diventano automaticamente superate”, aveva detto Guterres nel corso di una sua visita nella capitale etiope. In precedenza un gruppo di esperti delle Nazioni Unite aveva chiesto la rimozione delle sanzioni dal momento che il suo presunto sostegno agli insorti jihadisti di al Shabaab in Somalia “non puo’ essere provato”. Con una risoluzione approvata nel 2009, il Consiglio di sicurezza ha imposto all’Eritrea un embargo sulle armi dopo che il governo degli Stati Uniti ha accusato le autorita’ di Asmara di appoggiare al Shabaab in Somalia.