Dopo aver letto “Esmeralda”, un interessante romanzo del giornalista Roberto Cristiano, ho il piacere di esporre alcune mie brevi riflessioni.
La storia del bipolarismo della giovane Esmeralda e la sua temporanea passione amorosa per un giovane pianista di “piano bar” rappresentano la struttura portante della complessa architettura del romanzo.
Il racconto è frammisto a riferimenti esoterici e rituali di feste templari di cui si tracciano brevi cenni, ma sufficienti a stimolare nel lettore, soprattutto se estraneo a tali problemi, una forte curiosità e il desiderio di un loro approfondimento.
Si fa anche riferimento ai rapporti post mortem, al mondo dell’aldilà, della vita oltre la morte, che hanno sempre affascinato, a quel mondo dove potranno trovare interessanti spunti di riflessioni i credenti nella reincarnazione, nel passaggio cioè dell’anima, in un dato periodo dopo la morte, ad un’altra forma fisica, con particolare riferimento alla trasmigrazione in altri corpi umani. Credenza ben presente in molte religioni orientali.
Gli incontri con particolari personaggi impregnati di conoscenze esoteriche e molti riferimenti a misteriosi fatti spirituali e le consequenziali riflessioni aiutano Esmeralda a dare un nuovo significato alla sua voglia di vivere. L’aiutano ad accettare pienamente quella sua vita caotica, instabile e ricca di un alternarsi di alti e bassi nelle sue passioni più profonde, comprese quelle sessuali.
Gli incontri di Esmeralda con particolari personaggi capaci di percepire alcuni suoi aspetti interiori le consentono di meglio comprendere ed accettare quell’alternarsi di fasi depressive e maniacali o ipomaniacali che si estrinsecavano in lei con fasi di iperattività e autostima che la allontanavano dai rapporti di vera amicizia, facendola chiudere sempre più in un profondo isolamento.
Turi Grasso