È di fresca uscita “Esmeralda” (Edizioni Progetto Cultura – pagg 161 – 12 euro), il nuovo romanzo di Roberto Cristiano, giornalista e scrittore napoletano, che proprio nella sua città natale ambienta il narrato.
La copertina, che riporta un’opera di Tony Giuffré, un inchiostro e acquerello su carta scenografica dal titolo “Qui statis”, è di siffatta pregevolezza da attrarre il lettore che sará cosí incuriosito tanto da voler sapere chi c’è dietro questo nome, Esmeralda, così poco partenopeo, e questa figura alchemica una e trina, ideata dall’artista.
Esmeralda, anche detta Esmi (con la i e non la y!) é la protagonista della vicenda, una donna dell’alta borghesia che, rimasta sola, senza famiglia e malata, frequenta pianobar e ristoranti esclusivi nei momenti di remissione dai sintomi. Roberto Cristiano conduce l’avvenente quarantenne in un percorso di nuova comprensione del dolore e della sofferenza che la malattia bipolare le infligge. Ad accompagnare Esmeralda delle figure che cadenzatamente entrano nella vita della donna e nei capitoli del romanzo. In primis Massimo, un pianista di pianobar, ultimo di una sequela di amanti di Esmeralda, che si rivela un uomo meno fallito di quel che inizialmente ci appare: sará lui che aprirá alla protagonista le porte su un approccio nuovo alla vita. Sará proprio lui, con la pazienza del sentimento, a farle fare i primi passi verso antiche conoscenze magico-religiose e sarà sempre lui a presentarle Claudia, una psicoterapeuta con un approccio olistico integrato tra anima, mente, corpo e cuore. Ma solo alla fine del romanzo Roberto Cristiano ci presenta la figura sapienziale maggiore: Aquis, un Maestro Solare, che condurrá la protagonista all’interno dell’Ordine.
Il libro, diviso in sette capitoli (sette come il numero sacro che esprime la globalità, l’universalità e l’equilibrio perfetto. Sarà un caso?), è organizzato in una narrazione cronologica che si sviluppa in un arco di meno di un anno. É un libro complesso e al contempo scorrevole, da leggere ovunque, anche sotto l’ombrellone. I personaggi sono ben delineati e descritti minuziosamente anche tramite gli abiti indossati come se, nella scelta dei vestiti e degli accessori, l’autore volesse darci un corrispettivo caratteriale e sociale della persona. Cristiano dalla storia della protagonista prende spunto per parlare di filosofia, medicina, psichiatria (con particolare focus sui suoi maledetti utilizzi come repressione della diversitá) e esoterismo cristiano. Gli argomenti sono molti e ben dibattuti, l’autore non dá certezza e nuovi dogmi, ma delicatamente fa scorgere al lettore nuovi piani sottili che di certo sará spinto ad approfondire (come io ho fatto verso le figure di Mamma Natuzza e Padre Ferrarotti che nel libro sono citate).
É un libro per tutti, escluso chi non crede nella Speranza, nell’Amore e nella Redenzione.
Barbara Lalle