Esodati: decreto da 5 miliardi e 70 milioni, ne salva 65mila

Sono 65mila gli esodati salvaguardati rispetto all’aumento dell’età pensionabile sono 65.000 per un costo complessivo di 5 miliardi e 70 milioni (dal 2013 al 2019). Lo prevede il testo definitivo del decreto firmato nei giorni scorsi dal ministro del Lavoro e da quello dell’Economia.

Intanto non si placa la polemica in merito allo scontro tra Inps e Fornero sul numero dei pensionati che potrebbero restare senza indennità. Ed infatti ieri l’Inps ha inviato una relazione al ministero del Lavoro in cui calcolava in  390.200 il numero degli esodati. Ieri il ministro Elsa Fornero ha espresso la sua irritazione definendo il documento “parziale e non spiegato”’ e la sua diffusione una “scelta irresponsabile per danneggiare il Governo”. Ma se dal ministero si sottolinea che chi èresponsabile di questa diffusione in un sistema privato sarebbe sfiduciato sul fronte politico e’ lo stesso ministro ad essere accusato di aver alimentato la confusione. Scende in campo anche la politica, con un pressing che parte dai partiti di maggioranza per arrivare all’opposizione. Ed è scontro tra il ministro Fornero e il segretario della Cgil Susanna Camusso.

Anche il segretario della Cgil Susanna Camusso,  si scaglia contro la Fornero. A margine della conferenza dell’Ilo a Ginevra, è molto dura: “Questa reazione per cui di fronte ai dati ci sono dei colpevoli la trovo assolutamente intollerabile”. “Il ministro avrebbe dovuto arrabbiarsi perché ci abbiamo messo sette mesi a sapere quanti erano gli esodati”.

“Il Governo eviti di lanciarsi in invettive contro la trasparenza e trovi delle soluzioni. Le dichiarazioni di ieri della ministra Fornero sono l’opposto di quello che bisogna fare”, aggiunge.

Replica accesa quella del Ministro del Lavoro: “Non devo necessariamente copiare i comportamenti altrui …Mi sembra di ricordare, anche se io sono un politico tecnico, che un buon comportamento di un politico sia parlare all’estero di cose che riguardano l’economia internazionale e parlare in Italia di cose prevalentemente italiane”  conclude.

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