Messina – Sarà il pubblico, usando il personaggio del cieco come proprio strumento, a scegliere di volta in volta il brano del copione da interpretare. Tra gli altri testi di riferimento, si riconosceranno personaggi ispirati a “Il folle” di Kahlil Gibran, “Il Drago” di Evgenji Schwarz, “Kitsch” dello scrittore messinese prematuramente scomparso Luciano Micali, “Processo a Gesù” di Diego Fabbri, “Medea” di Euripide, canzoni di De André e di Totò. Nella casualità della scelta, si racconterà la storia di EsosTheatre, ripercorrendo l’evoluzione del format ideato da Sasà Neri, dal 2011 ad oggi, tra musiche suonate dal vivo e tappeti sonori, azioni danzate, dialoghi e monologhi. Ecco “Il gioco 2011-2014”: un viaggio in 7 “stazioni” e 20 testi di riferimento. L’appuntamento è per venerdì 11 luglio alle ore 21 a Danzarte Messina. Ventuno gli artisti in scena dai 15 ai 27 anni: Luciano Accordi, Alessandra Borgosano, William Caruso, Margherita Frisone, Gianluca Minissale e Marina Barbera, Martina Bertino, Dario Blandina, Emanuele Bonfiglio, Gabriele Casablanca, Giacomo Cimino, Cristina Dainotti, Maria Smeralda de Luca, Alice Ingegneri, Riccardo Ingegneri, Enrica la Rosa, Maddalena Mannino, Andrea Merenda, Daniele Occhipinti, Fabio Scopelliti, Federica Sidoti. “Il gioco” è il nome di uno dei nuovi esercizi di preparazione che gli “Esos” stanno applicando, ma è anche un’immagine che rende bene l’idea dello spettacolo in programma venerdì 11 luglio, che sarà “come un puzzle, un gioco appunto”, ricorda il regista Sasà Neri. Pezzi di puzzle saranno chiamati a caso e il puzzle si ricomporrà davanti agli spettatori”.Potremmo dire”, aggiunge Neri che, “come accade nelle Accademie tradizionali, alla fine di un percorso pluriennale mettiamo in scena la ‘derivata’ dell’intero percorso. Ma probabilmente non si tratta di questo. Probabilmente la ragione per cui facciamo ‘Il gioco’ sta nel fatto che abbiamo bisogno e voglia di tornare a celebrare il nostro pubblico. Come sa chi ci segue, tutto quello che accade in scena con EsosTheatrediscende direttamente dalle reazioni degli spettatori. Ecco, ci mancava questo contatto. Non ne riusciamo a fare a meno. Ci serve e ci emoziona. ‘Quale miglior modo di tornare connessi con il nostro pubblico?’ ci siamo chiesti. ‘Tornare a salutarlo, ritrovarlo tutto, o, almeno, provarci’, è stata la nostra riposta”. Ma ciò che EsosTheatre fa scoprire di se stessi agli artisti è il modo in cui gli artisti diventano strumenti di espressione, la maniera in cui fa interiorizzare le tecniche, le fa possedere fino in fondo, senza che mai risultino una forzatura rappresentano “un moltiplicatore di capacità e di consapevolezza.