Esposto anonimo recapitato al Viminale: Procura apre inchiesta

Illeciti nella gestione di appalti e aste per l’acquisto di impianti tecnologici. Sono queste le irregolarità segnalate da un esposto anonimo  inviato al Viminale nelle scorse settimane.

Dall’inchiesta avviata dal pool di magistrati che si occupano dei reati nella pubblica amministrazione, si apprende che  a piazzale Clodio per il momento gli inquirenti hanno avviato una serie di accertamenti preliminari.

Intanto il prefetto Nicola Izzo si è difeso affermando che  “di non avere nulla a che fare con la questione degli appalti. “Faccio il vice capo della Polizia, ha ribadito Izzo,  mi occupo di sicurezza. Nella gestione degli appalti non c’entro nulla”.

Ad anticipare  la notizia era già stato il quotidiano ‘La Repubblica’, che aveva parlato di un esposto e di una querela contro ignoti sarebbe stato, che il prefetto Giuseppe Maddalena fino al settembre scorso a capo dell’Ufficio Logistico del Dipartimento di Pubblica sicurezza, avrebbe fatto recapitare alla Procura di Roma Nella denuncia viene citato come cresponsabile delle presunte illegittimità il vice capo della Polizia, Nicola Izzo.  Al centro delle polemiche, una serie di appalti e gare per l’acquisto di prodotti: dai software per le centrali operative di tutta Italia ai sistemi di videosorveglianza, dalla gestione del numero unico europeo della sicurezza (il 112) al rilevamento delle impronte digitali da parte della Polizia scientifica.

“ Stiamo cercando di capire chi l’ha scritto, ha dichiarato il Capo della Polizia al quotidiano.  L’autore è, comunque, una persona molta informata. Mi auguro che la magistratura faccia al più presto chiarezza sulla vicenda nell'interesse sia del mio vice sia dell’istituzione”.  A destare maggiori perplessità, è la parte finale dell’esposto, in cui c’è un capitolo dedicato a Salvatore Saporito, il vicequestore suicidatosi in caserma il 31 marzo 2011 e coinvolto nell’indagine della procura di Napoli sugli appalti per la realizzazione del Cen (Centro elaborazione dati della polizia), nell’ambito del piano sicurezza per la città partenopea, e nella quale è coinvolto anche il prefetto Izzo.  Per il corpo il suicidio di Saporito  sarebbe da ricondurre al mobbing al quale per lungo tempo sarebbe stato sottoposto dai suoi superiori per aver tentato di opporsi al ‘sistema-appalti’ dell'Ufficio Logistico del Viminale.

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