Ester Mieli e l’odio antisemita del Pd

«Nel dna di Fratelli d’Italia, il partito di cui orgogliosamente faccio parte, non ci sono nostalgie fasciste, razziste, antisemite. C’è, semmai, il rifiuto per ogni regime, passato, presente e futuro». Lo sottolinea Ester Mieli, senatrice di Fratelli d’Italia,  vicepresidente della Commissione per il contrasto dei fenomeni d’intolleranza, razzismo e antisemitismo, in un’intervista a Paola Di Caro al Corriere della Sera.

L’ex portavoce della Comunità ebraica di Roma ha parole nette. «Nel 2019 FdI ha convintamente votato, al Parlamento europeo, una mozione di condanna di tutti i totalitarismi del ‘900. L’unico partito che ha avuto problemi a votarla è stato il Pd italiano – aggiunge -. Da una sinistra così non credo si possano prendere lezioni. Ma forse siamo scomodi perché facciamo battaglie di libertà, per la centralità del Parlamento, perché gli italiani possano esprimersi con il voto, perché il popolo conti».

Alla domanda se ci sia il timore di nuovi rigurgiti di antisemitismo, la risposta è allarmata. «Pensavamo che i magazzini dell’odio fossero sprovvisti – risponde la senatrice di Fratelli d’Italia – ma dopo il 7 ottobre, giorno dell’atroce attacco terroristico di Hamas, si sono di nuovo riempiti di merce. Credo ci sia un serio pericolo di risorgere dell’antisemitismo a sinistra e violento. Quello che è accaduto a Vicenza è sintomatico. Lì i centri sociali hanno protestato in nome della pace mettendo in piazza un violento antisemitismo riversato sulla pelle delle forze dell’ordine. Su questi fatti – conclude Mieli – la sinistra non può restare indifferente».

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