A poche ore da Croazia-Italia, Antonio Conte non daà ancora le formazioni ma parla e torna sulla situazione di Andrea Pirlo, regista della Nazionale.”Pirlo è uno dei pochi al mondo che può decidere lui quando smettere: dopo le delusioni riesce sempre a ricaricarsi, avrebbe rigiocato il giorno dopo la finale di Berlino. Non mi pare abbia voglia di smettere”, ha detto Conte nell’intervista prepartita a Raisport nell’ambito dell’accordo di esclusivo Figc-Tv Pubblica. Il Ct azzurro si è mostrato ottimista anche sui segnali che arrivano dal campionato “è un momento abbastanza positivo per il calcio italiano. Stanno fiorendo tanti esterni offensivi. A sinistra ci sono El Shaarawy, Gabbiadini e Eder, a destra Candreva, Sansone e Cerci”. “Questa nazionale ha solo bisogno di campo, di giocare e fare esperienza, prosegue Conte, la precedente Nazionale ha impiegato un anno per trovare equilibrio, noi ci siamo quasi. Antonio Conte dopo aver scalciato il mondo sul suo ruolo da allenatore, sembra aver trovato un equilibrio di serenità proprio alla vigilia della sfida alla Croazia, crocevia del cammino di qualificazione a Euro 2016. La stagione della risalita del calcio azzurro, dalla parabola della nuova Italia fino ai risultati dei club in Europa, si chiude con un esame davvero ”tosto”, come lo definisce Conte. Croazia e Italia si guardano occhi negli occhi, così come la città di Diocleziano che ospita la partita fronteggia la costa italiana. La maglia biancorossa è quasi un tabù per gli azzurri, in otto incontri una sola vittoria e alle origini, nel 1942. Il talento abbondante fino allo spreco non manca mai, all’avversario, di diverso semmai c’e’ un calcio azzurro non più così brillante. A conti fatti, anche senza sostegni, la Croazia resta favorita. E uno scivolone costerebbe caro al gruppo azzurro, anche in una qualificazione in cui passa anche la seconda: alle spalle di quella piazza, ora occupata dagli azzurri, c’e’ la Norvegia pronta al sorpasso. ”Non so se sarà la partita più importante e difficile della mia gestione azzurra di sicuro sarà quella contro l’avversario più forte. All’andata dissi che dimostrarono di essere primi meritatamente. Ma noi abbiamo lavorato, e ci giochiamo le nostre carte”. Eppure all’idea di accontentarsi il ct non si rassegna. ”Non credo sia decisiva: vincere, pareggiare o perdere non definirà la classifica in modo definitivo. Però non mi piace cercare un obiettivo minimo come il pari: punto sempre al massimo”. Cambio l’Italia in un 4-3-3 non per adattarmi alla superiorità di palleggi della Croazia. Nè ho pensato alla difficoltà di fare gol: se guardate Pellè, El Shaarawy e Candreva, hanno talmente poche presenze in azzurro che non gli si può imputare nulla. Era un’idea coltivata, ora vista la situazione è la soluzione migliore. Perchè un allenatore deve adattarsi agli uomini che ha.
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