Misure Italia, buona base per riforme
Raggiungere il pareggio del bilancio entro il 2013: questo l’ obiettivo discusso ieri all’ Eurogruppo. Ma di fronte alla criticità della situazione economica italiana, dove il Pil raggiunge livelli preoccupanti, l’Europa chiede all’Italia misure aggiuntive urgenti e di almeno 11 miliardi. Tuttavia, cifra è ancora “oggetto di quantificazione da parte del governo”, per raggiungere il pareggio di bilancio al 2013 e rilanciare la crescita. Al termine dell’eurogruppo i vertici Ue Jean Claude Juncker e Olli Rehn giudicano con favore le misure presentate dal premier Mario Monti come “una buona base per le riforme”. Ai partner Ue il premier ha assicurato che il governo prenderà le necessarie decisioni per centrare l’obiettivo al 2013. L’Ue non commenta le cifre circolate in queste ore e che oscillano fra gli 11 ai 20 miliardi ma pensa che siano ora necessarie nuove misure per colmare il gap determinato dal calo del Pil “che il governo italiano sta quantificando” affiancato dalla Commissione. Si tratta, chiosa Rehn di una misura “essenziale per garantire stabilità finanziaria, fiducia degli operatori e per invertire la tendenza negativa del debito”. Intanto un gruppo di paesi dell’Unione auspica un intervento di Fmi (che ha smentito in serata) e Bce per sostenere il nostro Paese e la Spagna in modo da arginare la crisi dell’euro. I ministri economico-finanziari della zona euro provano a mettere un freno alla speculazione che oramai sta attaccando la moneta unica e la costruzione comunitaria, con tassi di interesse sui mercati secondari sempre ai massimi e voci di problemi per il rating tripla A della Francia. La Commissione, che presenta alla cena dell’Eurogruppo il rapporto curato dal vice presidente Olli Rehn sul nostro Paese, ammonisce l’Italia che “tassi d’interesse elevati, in modo persistente, aumentano il rischio di una ‘fuga’ dai bond italiani” e l’insorgere di una crisi di liquidità. Il rapporto non preoccupa comunque Monti perché “non contiene sorprese”. Il professore che illustrerà ai colleghi le misure (senza tuttavia aggiungere dettagli a quelli presentati in Parlamento in Italia) ne terrà conto.
Italia verso manovra da 20 mld. Nessuna conferma da parte di Monti, ma da Roma arrivano voci di una manovra in lavorazione da 20 miliardi di euro e di una relativa sicurezza sulla possibilità di centrare il pareggio di bilancio nonostante il ciclo economico avverso. Nel rapporto Rehn si parla così di “spostare la tassazione dal lavoro ai consumi e all’immobiliare”, di una “legislazione sul lavoro che continua a offrire elevata protezione a chi è dentro, mentre a chi è fuori, soprattutto a donne e giovani, restano lavori precari e nessun sussidio di disoccupazione” e anche che “per ripristinare la fiducia nei mercati, per l’Italia, dipende in modo cruciale dal sostegno di partiti, parti sociali e cittadini alle riforme del governo”. Sul tavolo dei ministri, oltre alla situazione italiana, c’é il via libera definitivo alla sesta tranche di aiuti alla Grecia: otto miliardi bloccati per la decisione di Atene, poi ritirata, di indire il referendum e il rafforzamento del fondo salva stati (Efsf). Ma secondo Olanda, Belgio e Lussemburgo questo potrebbe non bastare e quindi la Bce, restia anche per l’opposizione della Germania a impegnarsi in maniera diretta, potrebbe prestare al Fondo Monetario le risorse necessarie ad aiutare i due Paesi. Una mossa peraltro tutta da studiare nei tempi, modi e governance. Una questione spinosa nelle mani del presidente Mario Draghi presente al vertice, che si intreccia con le numerose diversità fra Francia e Germania su diversi temi quali il ruolo della Bce, gli Eurobond e la carica di capo economista all’Eurotower.
Olli Rehn: 10 giorni critici per l’ euro. “Siamo entrati nei dieci giorni critici per l’euro”: lo ha detto il commissario agli Affari economici Olli Rehn, entrando al consiglio Ecofin.
“Monti ci ha illustrato le misure e ha promesso di approvarle prima del Consiglio europeo (8-9 dicembre, ndr)”: ha riferito il ministro dell’Economia spagnolo, Elena Salgado.