Secondo molti la crisi formalizzata nelle scorse ore da Matteo Renzi è la più incomprensibile di sempre. E se in Italia una bella fetta di connazionali – sondaggi alla mano – sembra far fatica a comprenderne i perchè e le ragioni, la crisi Made in Italy (un unicum in tempi di pandemia) è rimbalzata a tempo di record sui principali media stranieri, dove – proprio come in casa nostra – le reazioni sono di stupore e preoccupazione.
Ha fatto il giro del mondo in poche ore il titolo del Financial Times “Demolition Man” Renzi mette sotto sopra Roma. “La crisi italiana minaccia di ostacolare il Recovery plan di Bruxelles”, scrive il quotidiano finanziario della City. “Il governo italiano va in crisi nel mezzo della pandemia”, si legge nell’ edizione online del New York Times.
Quello che succederà tra poche ore è ancora un enigma: il Presidente del Consiglio Conte, dopo una breve riflessione, ha deciso di andare all’azzardo in Parlamento per la “conta”. Lunedì 18 sarà alla Camera, il giorno dopo riflettori puntati in Senato dove si gioca il tutto per tutto, sperando di poter contare su quello che è già stato ribattezzato il gruppetto dei costruttori o responsabili se preferite, in sostanza una pattuglia di senatori (alla Camera il problema della maggioranza non c’è) da recuperare tra i diversi gruppi politici per dare vita ad una nuova formazione che possa sostituire Italia Viva. Ma si cammina sul filo del rasoio e il rischio di caduta c’è eccome.
Secondo Morgan Stanley, l’esito più probabile vede il premier Conte, il cui governo ha ancora una maggioranza alla Camera, trovare una nuova maggioranza al Senato per sostenere il suo governo nei voti chiave, magari con il sostegno di Italia Viva. Altre opzioni, tra cui un nuovo premier, o elezioni anticipate, rimangono possibili”.
Se non si riuscirà a formare un governo con una maggioranza parlamentare sicura e si andrà alle elezioni anticipate, un cambio di governo sembra abbastanza probabile, visti i numeri più forti dell’opposizione, con la Lega di Salvini in testa nei sondaggi. “Nel caso di un governo che coinvolga il partito di Salvini”, sottolineano da Morgan Stanley, “ci aspettiamo un aumento delle tensioni con l’Unione Europea, date le divergenze politiche, ad esempio in merito alle politiche migratorie. Questo potrebbe complicare l’implementazione del Recovery Fund, il quale prevede che l’Unione fornisca risorse finanziarie all’Italia pari al 10% del Pil nei prossimi 5 anni”.
Non si lascia in previsioni ma mostra scetticismo sul buon esito dell’operazione di salvataggio in extremis, l’artefice dello strappo che oggi intervistato su La Stampa dice: ” Non mi pare che abbia i numeri. Ma se li avrà, auguri. È la democrazia. E la democrazia è sacra. Resta un fatto, però: se non prende 161 voti, tocca a un governo senza Conte”, dice Renzi che si dice anche scettico sul fatto che alcuni tra i “responsabili” potrebbero arrivare proprio da Italia Viva: “Forse qualcuno lascerà, ma se fossi nel governo, almeno per scaramanzia, aspetterei martedì per vedere come va a finire.”