A Roma, l’ex sindaco Ignazio Marino, meglio noto come sotto-Marino per le alluvioni che non seppe fronteggiare nella Capitale, e non solo metereologiche ma anche politiche, è pronto a scendere in campo per le Europee con Alleanza Verdi Sinistra (Avs). La candidatura viene ufficializzata in una conferenza stampa di Avs nella sala stampa estera a palazzo Grazioli.
Dopo quasi dieci anni dalla defenestrazione che ne causò la fine come sindaco di Roma e allo stesso tempo come politico. Ignazio Marino, il “marziano” trattato come corpo estraneo dal suo stesso partito, il Pd, ha interrotto l’autoesilio americano per guadagnarsi un seggio a Strasburgo. Lo fa con Alleanza Verdi-Sinistra, da capolista, nel collegio che include anche il Lazio. “He’s back”, è tornato, per parafrasare lo stesso Marino.
La candidatura di Marino, che seppur fuori dall’agone politico per tanto tempo, ha lasciato parecchi “adepti” dentro e fuori il Pd, viene vista come arma in più per raggiungere l’obiettivo del 4%, la soglia di sbarramento per entrare al Parlamento europeo. L’ultima volta che una lista di sinistra ci è riuscita fu ai tempi de L’Altra Europa con Tsipras, nel 2014.
Per quanto riguarda il collegio dell’Italia Centrale e ancor più nello specifico nel Lazio, si delinea la squadra di sfondamento per provare ad ottenere un posto al sole, lì dove di sole vero ce n’è ben poco. Due ci sono, Ignazio Marino e Massimiliano Smeriglio. Un ex sindaco che potrebbe raccogliere le preferenze di chi dal Pd è uscito sbattendo la porta, ma anche da qualche grillino deluso. Idem Smeriglio. Entrambi puntano sulla contrarierà all’invio delle armi in Ucraina da parte dell’Italia e sull’ambientalismo, che nella Capitale si traduce nel criticare Gualtieri & Co. per aver scelto di costruire il termovalorizzatore di Santa Palomba.
Il terzo nome, quello femminile, sarà Marilena Grassadonia. Candidata in Campidoglio nel 2021, non eletta, è diventata delegata del Sindaco alle politiche Lgbtqia+, coordinando un ufficio ad hoc. Nel 2019 ottenne poco più di 10mila preferenze alle Europee. Stavolta ci riprova, con qualche anno di esperienza in più.
Riparte da sinistra, Marino, con un profilo di pacifista e anche di anti-piddino, visto il trattamento che ricevette dai Dem quando i consiglieri in Campidoglio si dimisero in massa per mandarlo a casa. “Mi hanno accoltellato”, denunciò poi Marino amareggiato e arrabbiato deluso dal Pd, “come se un familiare mi avesse accoltellato”. Il mandante era Matteo Renzi, l’esecutore il fido Orsini.
“In campagna elettorale, quando mi candidai, avevo detto che avrei scelto le persone sulla base del merito. E non delle indicazioni di partito. E sotto il palco i dirigenti dem applaudivano. Vinsi e iniziai a farlo, con il risultato di inimicarmi tutto il partito. Molti mi detestarono in silenzio, i più coraggiosi – racconta – mi fecero presente che la campagna elettorale era finita e avrei dovuto privilegiare le tessere di partito, anche nella scelta dei tecnici. Non mi sono dimesso: essere cacciato con le firme dem dinnanzi a un notaio è stata una sconfitta. Mi sono sentito come un chirurgo costretto ad uscire dalla sala operatoria prima di poter salvare il paziente. Ho avuto il senso della missione incompiuta. Avevo paura di salire in macchina, temevo un incidente. Avevo toccato affari importanti. Soltanto il business dei rifiuti vale un miliardo l’anno. Ero entrato in aspettativa dalla vita, la qualità era diventata inaccettabile. Nel 2009, quando mi iscrissi al Pd per candidarmi alla segreteria, già allora aveva del tutto perso il senso della propria missione. Il contatto con il Dna storico, diviso sui diritti civili e del tutto assente su quelli sociali. Sono stati i capibastone del partito a distruggere il patrimonio ideologico della Dc e del Pci, dai quali il Pd era nato’.
Marino ha scelto Avs, dove viene schierato in quota Europa Verde. Forse qualche animalista storcerà il naso, visto che l’ex inquilino del Campidoglio venne contestato dagli animalisti per le sue posizioni da scienziato a favore della vivisezione. Tuttavia, tra le credenziali ambientaliste Marino può vantare la chiusura della mega-discarica di Malagrotta: nel 2013, da sindaco, sfidò il monopolio dei gestori del grande incavo nel quale confluivano praticamente tutti i rifiuti della capitale”, scrive il Manifesto.
Marino, professore di chirurgia alla Thomas Jefferson University di Philadelphia ed ex sindaco di Roma, dovrebbe essere seguito in lista, per Avs, da Sergio Ulgiati, presidente del comitato tecnico scientifico di Europa Verde, professore di chimica dell’Ambiente e dei Beni Culturali, all’ Università Parthenope di Napoli; e Fiorella Belpoggi, membro del comitato tecnico scientifico di Europa Verde, esperta dei rapporti fra Ambiente e Salute, direttrice Scientifica dell’Istituto Ramazzini.