“Le politiche sono la competizione in cui riusciamo ad esprimerci meglio e a catturare anche il voto d’opinione”, ha affermato il leader pentastellato, chiarendo che il suo nome non sarà nel simbolo e che lui non sarà candidato. “Quando ci sono i voti di preferenza incontriamo delle difficoltà non puntando – ha sostenuto – come fanno altri, su capibastone, personaggi che portano pacchetti di voto consolidati già in partenza per rapporti anche di tipo clientelare. Quindi nelle europee solitamente scontiamo qualche punto in meno rispetto al punteggio che ci viene attribuito dai sondaggi nazionali”.
A luglio, è stata Linkiesta a riferire del “casting per cambiare volto al M5s in vista delle europee”, spiegando che “l’ex premier vorrebbe tra le sue fila nomi di richiamo, giornalisti, volti noti della tv per sfruttare il meccanismo elettorale dell’Europarlamento che prevede le preferenze: si va da Marco Tarquinio a Michele Santoro, fino a Gaetano Pedullà e Luisella Costamagna”. Nomi di richiamo, insomma, per cercare di attirare voti che altrimenti non arriverebbero, secondo Conte per l’assenza di “capibastone”, secondo altri magari per assenza di radicamento sul territorio e proposta politica credibile – anche – per le europee.
Le elezioni Europee si terranno tra il 6 e il 9 giugno del prossimo anno. Michele Santoro è il nome sui cui punterebbe il Movimento 5 stelle. La rosa è nelle mani del presidente Giuseppe Conte che avrebbe carpito la disponibilità dell’ex presidente dell’Inps Pasquale Tridico, e dell’ex direttore di Avvenire Marco Tarquinio. A Michele Santoro l’offerta sarebbe già stata recapitata ma non vi sarebbe stata ancora una risposta dall’ex conduttore e giornalista.