Europee, Di Maio piazza giornalisti ed esterni. Malumori tra gli attivisti

Luigi Di Maio aveva annunciato che per le Europee avrebbe designato 5 capolista donne. Dopo ipotesi e smentite, sono stati ufficializzati i primi nomi. Due di loro sono nuove alla politica, provengono dalla società civile e la loro designazione ha creato qualche mormorio tra gli eurodeputati uscenti. Al vertice della lista del Nord Est ci sarà la giornalista emiliana Sabrina Pignedoli. Una manager invece guiderà la lista del Movimento 5 stelle nelle isole. È Alessandra Todde, dal 2018 amministratore delegato di Olidata.

Entrambe entusiaste del debutto in politica, raccontano come si sono avvicinate al Movimento 5 stelle. Sabrina Pignedoli spiega a ‘La Stamppa’  che perché Luigi Di Maio ha scelto lei:

Credo che abbia apprezzato il mio impegno da giornalista per le inchieste sul radicamento della criminalità organizzata al nord.

SI è occupata dell’operazione Aemilia che ha portato all’accertamento della presenza della ‘ndrangheta in Emilia Romagna ed è diventata consulente della Commissione antimafia. È la prima volta che si candida ma segue il Movimento da tempo, nonostante sia cresciuta in una terra che viene definita un “feudo rosso”. A questo proposito non risparmia critiche alla sinistra:

Credo che i valori della resistenza non possano essere messi in discussione. Detto questo, mi chiedo poi dove sia finita la sinistra del feudo rosso. Tra fusioni, alleanze e mancanza di alternanza nelle amministrazioni locali, ha perso la sua identità e l’interesse a occuparsi delle problematiche reali. Per cui credo che sia anacronistico parlare di destra e di sinistra.

Ritiene che la scelta di Di Maio di aprire a capolista esterni al Movimento sia stata positiva Alessandra Todde, che sarebbe felice di lasciare la sua azienda per un periodo per lavorare a Bruxelles. Al ‘Corriere della Sera’  racconta perché ha accettato di candidarsi:

Ho sempre pensato che dopo aver ricevuto molte soddisfazioni professionali sarebbe arrivato il momento di restituire qualcosa alla società. Non ho mai fatto politica prima d’ora. Avendo vissuto gran parte della mia vita all’estero volevo impegnarmi a promuovere il mio Paese.

Ha detto sì al Movimento perché tra i suoi cavalli di battaglia ci sono le questioni legate alla tecnologia e al digitale, molto care a lei che è laureata in Scienze dell’Informatica e Ingegneria:

In Europa si discuteranno e si decideranno le linee guida per il nostro futuro come la sovranità digitale e l’impatto delle grandi aziende tecnologiche sulla vita dei cittadini. Poter contribuire è una grande sfida che non ci può vedere assenti. Mi ha colpito il coraggio del Movimento nel decidere di aprirsi all’esterno.

A chi, tra i pentastellati, non è stato felicissimo della scelta dei capolista esterni, risponde: “Aprirsi all’esterno è un segnale di enorme forza”.

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