Gli impresentabili. L’Antimafia ha fatto nomi e cognomi, gli accusati che, secondo la presidente della Commissione Antimafia Chiara Colosimo, avrebbero violato il codice di autoregolamentazione e quindi non sarebbero degni delle prossime elezioni europee.
Parliamo di D’Agostino (Forza Italia-Noi moderati), Falcone (FI-Nm), Gambino (FdI), Greco (Stati Uniti d’Europa), Grillo (FI-Nm), Mazzeo (Pd) e Milazzo (FdI). Tranne per uno di loro, i giudici non si sono ancora espressi. Ricordiamo che in Italia esistono ancora tre gradi di giudizio e che si è innocenti fino a sentenza definitiva anche se in questo paese di giustizialisti e forcaioli imputato vuol dire condannato. Gli impresentabili dati in pasto alla stampa con tanto di reati a loro contestati sono a processo, seduti ancora sul banco degli imputati nelle aule dove si discuterà il primo grado di giudizio. Insomma, non ci sono condanne. Ma vale la ‘presunzione di colpevolezza’.
Piercamillo Davigo diceva: «L’errore italiano, secondo me, è stato proprio quello di dire sempre: aspettiamo le sentenze. No, non aspettiamo le sentenze». Appunto. A che servono? Tanto: «Non esistono innocenti, ma solo colpevoli non ancora scoperti».
La Corte d’Appello di Brescia ha confermato la sentenza di primo grado di Piercamillo Davigo, già sostituto procuratore a Milano ai tempi di Mani Pulite ed ex consigliere del Consiglio superiore della Magistratura. Davigo, ormai in pensione, è stato condannato anche in secondo grado a un anno e 3 mesi per aver violato il segreto d’ufficio in merito alla vicenda dei verbali di Piero Amara su una presunta Loggia Ungheria. Tuttavia l’avvocato della difesa, Davide Steccanella, è sicuro del contrario: “Continuo ad essere convinto dell’innocenza del mio assistito. Leggeremo le motivazioni e ricorreremo in Cassazione”, ha infatti dichiarato il legale al termine dell’udienza davanti alla Corte d’Appello di Brescia.
Al contrario Fabio Repici, avvocato della parte civile Sebastiano Ardita (anche lui magistrato con un trascorso al Cdm), ha ribadito: “Oggi è stata confermata la colpevolezza del dottor Davigo nell’aver illecitamente divulgato le calunniose dichiarazioni di Piero Amara al fine di screditare il magistrato Ardita, così condizionando il funzionamento del Csm. Ora confido che a Milano si accerteranno le ragioni che hanno portato Amara a verbalizzare quelle calunnie e gli interessi che hanno mosso Amara e i suoi danti causa”.
Sulla condanna è intervenuto anche Matteo Renzi, leader di Italia Viva: “Per anni Davigo ci ha fatto la morale, attaccando me personalmente, più volte, da numerosi studi televisivi. Oggi il giustizialista Davigo è condannato anche in Appello per rivelazione di segreto d’ufficio. Io non sono come lui, io sono garantista. E dunque gli auguro di ribaltare il verdetto in Cassazione. Ma il tempo è sempre più galantuomo: emerge lo scandalo dossier, i commentatori moralisti che ci attaccavano vengono condannati in appello, la Cassazione e la Corte Costituzionale ci danno ragione. Spero che sia più chiaro adesso che cosa ci hanno fatto subire in questi anni. E spero che sia più chiaro perché dalla Leopolda ripartiremo con ancora più forza”.
E allora, nel giorno in cui Nordio e Mantovano sono a colloquio con Mattarella per riformare la giustizia, perché non facciamo una rivoluzione? Aboliamo le tre fasi del procedimento penale, la Costituzione e i diritti dell’indagato. Si è tutti colpevoli nello Stato del sospetto.