Il padre di Ilaria Salis, l’attivista milanese in carcere a Budapest da oltre 15 mesi con l’accusa di aver aggredito dei militanti neonazisti, ha lanciato l’allarme durante un’intervista con l’Ansa. “Oggi ho parlato con Ilaria, mi ha detto che nel carcere hanno chiesto a tutte le detenute se volevano votare e lei ovviamente ha risposto di sì – ha raccontato – ma le è stato detto che c’è una carenza legislativa italiana che non le consentirebbe di votare. Ha interpellato l’ambasciata che non le ha saputo dare risposta, c’è una palese violazione dei diritti umani in corso e ci vorrebbe una presa di posizione chiara del governo”. Roberto Salis ha aggiunto che “l’ambasciatore italiano a Budapest Manuel Jacoangeli ha contattato il ministero dell’Interno visto che è un problema loro e mi aspetto una presa di posizione chiara per capire se tutti i cittadini possono esercitare il loro diritto di voto”.
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