Guerra di Etiopia, ruolo degli intellettuali nelle guerre, ma soprattutto la ricostruzione dell’itinerario che ha avvicinato Ezra Pound, il più grande poeta americano del secolo scorso, al fascismo. Nel nuovo libro di Fabrizio Vincenti “Ezra Pound e il fascismo spiegato agli inglesi” (Eclettica Edizioni, 250 pagine, 18 euro) c’è tutto questo e molto di più. Si tratta infatti di una ricostruzione molto dettagliata del rapporto tra il più grande poeta americano del secolo scorso e il fascismo, arricchita da oltre settanta articoli inediti (in Italia) che Pound ha pubblicato nella seconda metà degli anni ’30 su alcune riviste inglesi, articoli nei quali prende più volte le difese dell’Italia, della guerra in Etiopia, del regime economico che Mussolini stava provando a sviluppare con il Corporativismo.
Grazie all’accurato lavoro di Vincenti, che è alla sua seconda opera su Pound dopo “Qui Ezra Pound” nel quale aveva messo a fuoco il suo ruolo nella Repubblica sociale italiana – dopo oltre 80 anni, vengono finalmente riportati all’attenzione del pubblico italiano questi documenti pubblicati prima su The British-Italian Bulletin e poi su The British Union Quarterly e Action, due periodici legati alla British Union of Fascists di sir Oswald Mosley. Pound nel corso degli anni ha preso sistematicamente le difese dell’Italia e del Fascismo mussoliniano di fronte al pubblico britannico. Una pagina poco conosciuta e che anticipa nel tempo le sue scelte durante il Secondo conflitto che gli procurarono una drammatica avventura giudiziaria e ben 13 anni di reclusione in manicomio per le sue dure critiche al ruolo svolto dagli Usa nella guerra e per la sua vicinanza all’Italia.