Ad Arturo Merzario, a lungo pilota di Formula 1 (negli anni Settanta ha corso anche con Ferrari, Copersucar, Shadow e con la Merzario, la scuderia da lui stesso creata), Virgilio Sport ha chiesto un’opinione su quello che potrebbe succedere nel Circus, alla ripresa dopo il lunghissimo stop dovuto all’emergenza Coronavirus. “Secondo me l’obiettivo della Mercedes e del suo pilota di punta, Lewis Hamilton, è quello di vincere tanti Gran premi per superare la Ferrari in questa speciale classifica. E poi a quel punto la casa tedesca non mi sorprenderebbe se decidesse di ritirarsi” ha raccontato in esclusiva a Virgilio Sport.
“Per attaccare i regolamenti si fa sempre vedere il duello di Digione di Gilles Villeneuve e René Arnoux. Un mio “combattimento” con Henry Pescarolo, quando ho vinto una delle mie 1000 chilometri di Monza, non aveva da invidiare a quanto mostrato dal canadese e dal francese nel 1979 sulla pista francese: ci siamo presi a sportellate dall’uscita della Variante Ascari fino alla Parabolica. Erano altri tempi, nei quali la tecnologia arrivava fino a un certo punto. Serviva tantissimo coraggio e i dettagli erano quelli che erano” ha aggiunto.
“Quelli che correvano ai miei tempi erano tutti bravi, perché avevano la capacità di adattarsi alle macchine che avevano in mano – ha proseguito Merzario -. E’ pressoché impossibile fare una classifica di merito”.
“Oggi se devi fare un giro e ti servono due litri e mezzo di carburante, quelli ti mettono. Invece una volta si largheggiava, per sicurezza, ma la macchina era più pesante, con tutto quello che ne conseguiva a livello di velocità. ‘Quanto stiamo in pista? Due ore?’. E si faceva un calcolo spannometrico, con il regolo, per capire quanto si sarebbe dovuto mettere nel serbatoio. Tot giri, tot litri. Ma poi arrivava il capomeccanico che ne metteva altri dieci, l’ingegnere che ne faceva aggiungere altri cinque, per ‘sicurezza’. Alla fine facevi i giri migliori con le gomme usurate, ma con il serbatoio che iniziava a svuotarsi”.