F1, Singapore: cronaca di un ‘disastro’ annunciato

La consueta analisi del giorno dopo, partiamo da un dato certo: la Red Bull di Sebastian Vettel è una monoposto  superiore alle altre e di questo passo i prossimi gran premi saranno di una noia mortale. Probabilmente esageriamo ma se il tedesco, sempre più vicino al suo quarto mondiale piloti consecutivo, non dovesse avere problemi di tipo tecnico, difficilmente consentirà  ad Alonso e compagni di inserirsi in questo rush finale. Sessanta punti di distacco dal ferrarista con centocinquanta in palio. Che dire, discorso chiuso ? Magari non è mai iniziato. Se si analizzano solo gli ultimi cinque circuiti, facciamo prima, ci rendiamo conto della forza della scuderia austriaca. Vettel ha vinto quattro volte, solo in Ungheria è giunto terzo, lo spagnolo ? Tre secondi posti, un quarto ed un quinto. All’apparenza sembrerebbe una ‘leggera’ differenza ma la supremazia è netta e si amplifica nel momento in cui le altre scuderie non sono in grado di reggere il confronto che appare possibile solo nelle qualifiche. Vettel ha conquistato cinque Pole e sette vittorie, la Mercedes ben otto tra Hamilton e Rosberg, con sole due affermazioni.  Ma il dato, sconcertante è dire poco, riguarda le qualifiche di Singapore. Un secondo ed oltre il distacco sul giro tra la pole di Vettel ed il settimo posto di Alonso. In questo dato tutta l’impotenza delle ‘rosse’ rispetto alla Red Bull. Per l’anno prossimo la Ferrari ha ingaggiato Raikkonen e ‘scaricato’ Massa, come se tutte le colpe di una monoposto, poco competitiva, fossero solo del brasiliano. Ma la domanda nasce spontanea: Alonso resterà alla Ferrari, questa Ferrari, per essere l’eterno secondo ?

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