Foto Fabio Cimaglia / LaPresse 29-11-2014 Politica Camera dei Deputati. Dichiarazioni di voto sulla fiducia posta dal governo posto sulla legge di stabilità Nella foto Fabiana Dadone Photo Fabio Cimaglia / LaPresse 29-11-2014 Politic Chamber of Deputies. Explanations of vote on the confidence placed by the government place on the law of stability In the photo Fabiana Dadone

Fabiana Dadone, grillina pro-cannabis, e tempesta perfetta nella maggioranza

Maggioranza divisa sul contrasto alle tossicodipendenze. Il centrodestra attacca il presidente del consiglio Mario Draghi e arriva a minacciare il ritiro della fiducia al governo. È la legalizzazione della cannabis lo ‘spettro’ che agita Forza Italia e Fratelli d’Italia, anche se per il momento la cosiddetta liberalizzazione delle droghe leggere è una ipotesi tutt’altro che concreta.

Il 15 marzo Draghi conferisce le deleghe in materia di droghe alla titolare delle politiche giovanili Fabiana Dadone. La ministra è nota per le sue posizioni a favore della legalizzazione della cannabis. Nella passata legislatura ha presentato come cofirmataria una proposta di legge per la regolamentazione e la coltivazione della cannabis a uso medico. A scatenare le critiche del centrodestra è stata però la decisione della ministra di convocare, compatibilmente con l’emergenza sanitaria, la Conferenza Nazionale sulle droghe. Dadone ha risposto in questi termini a una delle richieste presentate dall’associazione Luca Coscioni e dal Forum Droghe. Tanto è bastato per far scattare l’altolà di Giorgia Meloni e poi, in maggioranza, di Roberto Occhiuto e Maurizio Gasparri. Per la leader di Fratelli d’Italia, che chiede a Fi e Lega di intervenire, è ‘grave e deludente’ che la delega sia stata affidata a “un esponente politico firmatario di proposte per legalizzare la cannabis”.

La titolare delle Politiche giovanili ha scritto, qualche giorno fa,  una risposta al documento che i 400 digiunatori per la Cannabis – i partecipanti a una staffetta organizzata dalle associazioni per aprire un dialogo con il governo in materia di droghe leggere – per comunicare il nuovo incarico e la sua posizione sulla cannabis.

Fabiana Dadone è stata, nella scorsa legislatura, firmataria  di una proposta di legge per la legalizzazione della cannabis e a Forza Italia che sia stato scelto un esponente del Movimento 5 stelle alle politiche antidroga proprio non va giù: “Siamo e restiamo contro l’uso di qualsiasi droga e non arretreremo di un millimetro sulla necessità di contrastarne l’utilizzo e di prevenirne le dipendenze. Per questo ci stupisce che il Presidente Draghi abbia affidato la delega alle politiche antidroga proprio al ministro Dadone, esponente di un movimento le cui posizioni in merito sono chiaramente divisive ed essa stessa firmataria di una proposta di legge per la legalizzazione della cannabis”, scrive la vicepresidente del gruppo di Forza Italia al Senato Licia Ronzulli.

Agli attacchi a Dadone risponde il Movimento 5 stelle. E getta benzina sul fuoco, annunciando una proposta di legge in materia: “La delega alle politiche sulle droghe alla ministra Dadone ha aperto una gara a chi è più oscurantista, con punte di prepotenza notevoli. La Corte di Cassazione ha già stabilito i limiti entro i quali è consentita la coltivazione della cannabis per uso personale e presto calendarizzerò la proposta di legge per inserire quei principi nel nostro ordinamento, anche per sostenere il diritto dei malati a curarsi con la cannabis”, dice Mario Perantoni, presidente della commissione Giustizia della Camera e deputato M5S. “Le critiche” a Dadone, continua il parlamentare “sono palesemente aprioristiche e strumentali: confondere le azioni di prevenzione e gestione del complesso fenomeno delle droghe con un generico ‘liberi tutti’ è frutto di prese di posizione antistoriche che speravamo superate. In Italia esiste un grave problema legato al consumo delle droghe e soprattutto allo strapotere della criminalità organizzata ma anche per questo è arrivato il momento di cominciare a dettare regole civili”.

Si dicono favorevoli alla delega a Dadone, l’associazione Coscioni e Benedetto Della Vedova: “Positiva la delega a un’esponente antiproibizionista. Serve un confronto senza pregiudizi ideologici”, dice il sottosegretario agli esteri.

Gasparri chiama direttamente in causa il premier: “Draghi se lo metta bene in testa. Sono pronto a qualsiasi iniziativa contro il governo se ci fossero cedimenti su questa materia. Forza Italia non può condividere nessuna scelta azzardata. Sulle droghe  servono politiche di contrasto, di prevenzione e di recupero, non certo politiche di apertura o di resa. Un governo che andasse avanti in questa direzione sarebbe un governo morto. Lo voglio chiarire perché si passerebbe non all’uscita dal governo ma all’ostruzionismo totale su qualsiasi materia a un governo di questo tipo. Draghi ha sbagliato. Si occupi di vaccini e risarcimenti. Ci sono categorie che aspettano ancora soldi e cittadini che aspettano ancora vaccini. Di questo si deve occupare il governo e per questo abbiamo votato la fiducia Draghi. Qualsiasi altra scelta, soprattutto in materia di droghe, porterebbe al contrasto parlamentare su qualsiasi argomento, ogni giorno. Non c’è bisogno di aggiungere altro”.

Fuori dal governo, interviene Giorgia Meloni: “Auspicavamo una smentita ma è arrivata una conferma: il premier Draghi ha affidato la delega governativa alle politiche antidroga alla grillina Fabiana Dadone. Per anni FdI ha chiesto l’assegnazione della delega perché era scandaloso che nessuno si occupasse a tempo pieno dell’emergenza droga, ma è grave e deludente che per un compito così delicato come la lotta alle dipendenze sia stato scelto un esponente politico firmatario di proposte per legalizzare la cannabis. Non è questa la discontinuità che ci aspettavamo da Draghi. Rinnovo il mio appello ai partiti di centrodestra che sostengono il governo affinché si facciano sentire con decisione: Fratelli d’Italia lo farà dall’opposizione perché su questi temi non sono accettabili cedimenti e compromessi al ribasso”.

Dalla Lega arriva una dichiarazione stringata, ma chiara, di Salvini: “La droga, ogni droga, è morte. Nessun regalo agli spacciatori. Viva la Vita e chi non si arrende”. Seguono a ruota i capigruppo del Carroccio, Riccardo Molinari e Massimiliano Romeo:  “Il governo ha come priorità occuparsi di vaccini, ristori, partite Iva e riaperture. Per noi la droga equivale a morte, drammi in famiglia, lotta alla sua diffusione. La Lega è per la vita e lavora senza sosta concretamente per uscire dalla crisi sanitaria ed economica provocata dalla pandemia”.

Fa eccezione nel centrodestra Gianfranco Rotondi che riconduce la materia alla sua essenza parlamentare. “La cannabis non è tema del patto di governo, nè di questo governo nè di alcun governo. Le questioni etiche sono tradizionalmente fuori dai patti di governo e attengono alla iniziativa parlamentare”, dice il deputato democratico cristiano.

Di fatto un’eventuale proposta per la legalizzazione della cannabis, ad esempio nella finalità di uso medico, potrebbe trovare i numeri nei due rami del Parlamento. A Palazzo Madama dove la situazione è più incerta il centrodestra non ha infatti la maggioranza. Lega, Forza Italia e Fratelli d’Italia, se pure fossero compatti, arriverebbero a 135 voti. Quindici in meno della maggioranza assoluta.

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