Mentre il Pd nazionale sembra deciso a staccare la spina a Crocetta ed anche il segretario regionale del partito, Fausto Raciti critica il “cerchio magico” del governatore, c’è chi la spina la stacca da solo lanciando la sfida ai colleghi del Pd e al resto del parlamento siciliano. Parliamo del deputato Pd Fabrizio Ferrandelli che rassegna le sue dimissioni da deputato regionale e dichiara: “Sfido i 24 deputati regionali del Pd siciliano a presentare le proprie dimissioni come ho fatto io, e lo dico pure ai Grillini che sono 14, così come ai parlamentari di Udc e Ncd”. Ferrandelli ha presentato, al contempo, il movimento ‘I coraggiosì’ che per il deputato dimissionario rappresenta la vera rottamazione in Sicilia. “Noi ci candidiamo a essere gli anti gattopardi della Sicilia e ci rivolgiamo a quei 2,6 milioni di siciliani che non vanno più al voto. Basta con le parole, è arrivato il momento di agire. Ho appoggiato questa esperienza di governo per un anno e mezzo ma da tempo il governo è morto. Capisco che qualcuno vuole ancora restare per intascare un po’ di soldi e fare affari. La questione Crocetta è politica e riguarda le riforme mancate, come acqua, rifiuti e energia. Questo governo è morto. Le parole di Manfredi Borsellino hanno una valenza politica. Ho dato il giusto peso alla lettera di dimissioni di Lucia Borsellino, come non ha fatto il Pd”. Con le dimissioni di Ferrandelli si apre un’altra grana per il partito siciliano già alle prese con la tenuta del governo di Crocetta. Il presidente del Pd, Matteo Orfini, spiega che il segretario siciliano del Pd non esclude alcuno scenario affrontando la vicenda in stretto rapporto con Roma. ‘Per la sfiducia al governatore ci atteniamo a quanto ha detto la Procura, quello che emerge è un quadro inquietante di relazioni complicate e pericolose del cerchio magico del governatore. Cosa che il Pd siciliano aveva denunciato da tempo criticando Crocetta per le cose che stanno emergendo’.
A Ferrandelli dovrebbe subentrare Davide Faraone, primo dei non eletti nel collegio palermitano, che poi è stato eletto alla Camera ed è sottosegretario all’Istruzione. Ferrandelli nelle elezioni regionali del 2012 era risultato l’ultimo degli eletti nel Partito Democratico per il collegio di Palermo con 7.906 voti, preceduto con 8.715 voti da Giuseppe Lupo, oggi vice presidente del parlamento, e da Antonello Cracolici (8.429), attuale capo gruppo del PD. Primo dei non eletti con 7.064 voti, infatti, era risultato Davide Faraone. Sembra probabile che Faraone scelga di restare a Roma e quindi è legittimo chiedersi a chi andrà il seggio vacante. La risposta c’è: si tratta di Francesco Riggio, 44 anni, che alle elezioni aveva ottenuto 6.881 voti. Fin qui nulla di strano se non fosse che Riggio è stato arrestato e rinviato a giudizio nel 2013 nell’ambito dello scandalo sul Ciapi. Riggio era infatti presidente del Ciapi, l’ente di formazione al centro dell’inchiesta “Grandi eventi” che ruota attorno al manager Faustino Giacchetto che aveva trasformato il Ciapi una macchina in grado di fagocitare, secondo la pubblica accusa, decine di milioni di euro usati per scopi personali. Riggio, con Giacchetto, era a capo di un “vero e proprio sistema criminale, attraverso continui favoritismi ed elargizioni erogate a funzionari pubblici, politici, soggetti a vario titolo operanti nel settore della comunicazione e della pubblicità”, si legge nell’ordinanza di custodia cautelare firmata dal gip Luigi Petrucci. La Corte dei conti aveva sequestrato a Riggio beni per 5 milioni di euro, sequestro poi revocato. E’ stata diffusa una nota della segreteria regionale del Partito Democratico a proposito di un eventuale subentro all’Ars per l’assegnazione del terzo seggio assegnato alla lista del PD in provincia di Palermo: “Le vicende giudiziarie successive alle elezioni regionali hanno reso Francesco Riggio incompatibile con il Partito Democratico”.
Roberto Cristiano