Facebook ora è veramente in difficoltà

Un mix micidiale di fattori interni ed esterni ha stroncato gli utili di Meta nel secondo trimestre 2022: ecco gli ultimi numeri che fanno paura a Zuckerberg

Il cambio di nome e di strategia non sembra aver portato molto bene a Facebook, oggi Meta, che per la prima volta nella sua storia ha chiuso un trimestre con utili e ricavi in calo. E anche di parecchio, a leggere i numeri della seconda trimestrale 2022 appena annunciati da Zuckerberg agli investitori. A fronte di questi numeri, però, ce n’è un altro che lascia ben sperare, ma solo un po’: quello sugli utenti totali e gli utenti attivi, in crescita leggera.

Ma il problema vero, per Meta, è che queste difficoltà rischiano di diventare strutturali in breve tempo perché non sarà facile far crescere in fretta le entrate pubblicitarie, scese di parecchio negli ultimi mesi sia per la maggior concorrenza che per scelte tecniche fatte da altre aziende. Apple e Google, in particolare, che in nome della privacy oggi limitano molto il modo in cui Facebook può profilare gli utenti e somministrare pubblicità mirata. A questo, ed è lo stesso Zuckerberg a dirlo, si aggiunge la pessima fase economica che viaggia veloce verso la recessione in molte parti del mondo. Il tutto proprio mentre Meta è costretta ad investire pesantemente per creare quello che, per sua stessa scelta, è il suo futuro: il Metaverso.

Prima i numeri e poi le cause, dirette o indirette. Per la prima volta nella sua storia Meta registra una contrazione di ricavi trimestrali dell’1%, alla quale corrisponde però un calo degli utili di ben il 36% (in questo caso, però, su base annua).

Se calano gli utili e i ricavi, crescono i costi operativi del 22% soprattutto a causa degli investimenti fatti da Reality Labs, che potremmo definire la “divisione Metaverso” di Facebook/Meta.

Piccola nota positiva, ma che non basta a schiarire il cielo: gli utenti attivi della piattaforma Facebook nel singolo giorno crescono del 3%, quelli attivi nel mese dell’1%.

Tolta la questione della recessione, che ha origini complesse e che è ancora tutta da definire, sui dati trimestrali di Meta ha pesato molto il crollo degli introiti pubblicitari. Le aziende non spendono più tanti soldi come una volta per farsi pubblicità su Facebook e Instagram, perché non possono più profilare in modo molto preciso gli utenti.

Quindi la pubblicità è meno efficace e conviene assai meno, specialmente in un periodo di incertezza come questo.

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