Un Paese che trascorre molto più tempo sui social network, Facebook in particolare, che fa shopping online con maggiore convinzione e che compra sempre meno giornali. E’ l’identikit degli italiani disegnato dall’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni, che nel consueto Osservatorio trimestrale spiega l’evoluzione dei mercati della telefonia, di Internet, dei media e delle spedizioni.
Le nuove abitudini degli italiani, ovviamente, sono rese possibili dalla diffusione della rete a banda larga: gli accessi complessivi della rete telefonica fissa crescono per il terzo trimestre consecutivo (+100mila) grazie proprio all’andamento delle linee broadband che, nella prima metà dell’anno, hanno sfiorato i 16,2 milioni, con un aumento su base annua pari a 880mila unità.
L’Agcom registra in particolare una riduzione degli accessi broadband in tecnologia xDSL (-790mila accessi), diminuzione però più che bilanciata dalla crescita (+1,67 milioni) degli accessi in altre tecnologie (qualitativamente superiori), che a fine giugno superano i 4,4 milioni di accessi grazie soprattutto alla crescita delle linee FTTC-FTTH. Dal lato delle prestazioni, le linee broadband con una velocità superiore ai 10 Mega sono più del 60% del totale, mentre quelle ultrabroadband (oltre i 30 Mega) rappresentano oltre il 20% (rispetto all’11% registrato a giugno 2016).
La rete, insomma (e quella mobile non fa eccezione), corre sempre più veloce e consente una fruizione del web molto più efficace. Anche a questo si deve la vera e propria esplosione dei social network: rispetto al giugno 2015, in particolare, sono raddoppiate (da circa 12 a oltre 24 al mese) le ore passate dagli italiani su Facebook, che è il social nettamente più utilizzato con circa 25 milioni di utenti unici a giugno.
Tra gli altri social volano anche Instagram e Linkedin, ciascuno con oltre 4 milioni di utenti in più rispetto a un anno prima. Bene va anche Amazon (3 milioni in più), che determina la forte crescita degli invii di pacchi (+10%) in un settore, quello postale, dove le spedizioni classiche comprese nel servizio universale registrano volumi in picchiata del 13%. Una flessione che non risparmia l’editoria quotidiana: la vendita di quotidiani è risultata di poco superiore ai 3,5 milioni di copie, in flessione del 9% rispetto a un anno fa.